Cursillos di Cristianità: iniziato l’anno di attività 2014-2015
Il primo incontro si è svolto domenica 5 ottobre al Convento San Domenico di Taggia
Con un incontro gioioso di numerosi partecipanti che hanno vissuto l’esperienza del Cursillo e degli animatori che da anni sono impegnati a lavorare nel Movimento, si è svolta domenica scorsa, 5 ottobre, una giornata di riflessione e di preghiera presso il Convento San Domenico a Taggia, per riprendere il lavoro sospeso durante il periodo estivo.
La scelta non è stata casuale: infatti proprio tra le mura dell’antico Convento nacquero quarant’anni orsono i Cursillos della nostra Diocesi e da allora proprio qui sempre si svolgono i tre giorni di ritiro e riflessione che li caratterizzano. Perciò il ritrovarsi insieme in quel luogo carico di emozioni vissute, uniti da un legame di profonda e sincera amicizia, ha rinfocolato l’entusiasmo ed è stato sprone all’impegno nel servizio a Cristo e alla Chiesa da buoni operai nella Vigna del Signore.
La giornata è iniziata con la preghiera delle Lodi mattutine, accolti con fervore e affetto dalla Comunità dei "Fratelli della Sacra Famiglia" che curano l’accoglienza al Convento di visitatori e pellegrini e di quanti vogliono trovare un’oasi di silenzio e di preghiera. Al termine fratel Luigi ha illustrato ai presenti la storia e il carisma della loro Congregazione; infine il gruppo ha potuto visitare i tesori d’arte conservati nella chiesa e nel chiostro, sapientemente guidati da fratel Mariano che cortesemente si è prestato allo scopo. Alla Comunità dei Fratelli: Luigi, Mariano ed Enrico è stata espressa la gratitudine dei cursillisti che hanno goduto della loro consueta disponibilità.
La mattinata si è arricchita e conclusa con la celebrazione della Santa Messa, celebrata dal nostro Vescovo Don Tonino Suetta assistito dal nostro Animatore spirituale, Don Antonio Robu. Al termine della celebrazione il Vescovo ha benedetto la ricorrenza del 56° di matrimonio di Oreste ed Anna circondati dai famigliari e da tutti gli amici cursillisti che si sono stretti affettuosamente a loro.
L’ora di pranzo ha visto poi i partecipanti condividere in festosa allegria il buffet di una grande varietà di pietanze che ciascuno aveva portato e che tutti hanno potuto gustare nel grande refettorio e nel chiostro.
Il pomeriggio è proseguito nella sala delle riunioni dove l’Animatore spirituale, don Robu ha fatto una riflessione che ha puntato su una domanda di fondo che oggi più che mai interroga ed interpella ognuno: Credo? o credo di Credere!!!
" Delle volte bisogna dire che l’indifferenza verso i contenuti di fede colpiscono primariamente la dimensione dialogica del credere , subendo la stessa disfatta che subì san Paolo all’Aeropago: " Su questo ti sentiremo un’altra volta " ( At 17,32b ) L’indifferenza però non è certamente certezza di ottenere una risposta, anche perché la dimensione verticale dell’uomo è tacitabile, anzi essa prima o poi presenta il conto alla nostra coscienza e , stando quanto confessato da Indro Montanelli, tale conto è salatissimo : " Se è per chiudere gli occhi senza aver saputo di dove vengo, dove vado e cosa sono venuto a fare qui, tanto valeva non aprirli . La mia è soltanto una dichiarazione di fallimento " ( " Dichiarazione di fallimento" di Indro Montanelli , in Corriere della Sera di 28 febbraio 1996 ) La tematica del credere ha creato da sempre nell’uomo di ieri e di oggi un senso di stupore o di drammaticità. Oggi più che mai l’uomo ha bisogno di avere una fede salda, e anche se cammina ed incontra momenti di oscurità non dimentica mai che oltre la tenebra della notte viene vinta da un alba nuova. Si è considerato anche quanto sia importante non fermarsi al superficiale di una fede passeggera e devozionistica ma avere il coraggio di diventare ogni giorno sempre di più adulti nella fede. L’Appartenenza ad un Movimento implica una consapevolezza ancor più maggiore dell’essere testimone in quanto battezzato e toccato anche da un dono di rinnovata conversione. Le domande e le riflessioni comunitarie dei partecipanti hanno evidenziato e la fatica e la gioia di un credere che Dio fa cose grandi in chi si sa lasciare plasmare nella novità del cuore e quindi ha il coraggio quotidiano di vivere in modo straordinario l’ordinario con le sue gioie e le sue attese e speranze. "