“Claudio Scajola trattato alla stregua dei peggiori delinquenti. Questo “sistema” non è umano”
“Possibile che nessuno si ponga, se non altro per motivi di pura civiltà, chi risarcirà Scajola e la sua famiglia di tali sofferenze?”
Anzitutto la notizia: il Tribunale di Reggio Calabria ha rigettato l’aggravante mafiosa per Claudio Scajola. E’ una fatto fondamentale sul piano processuale, umano e morale. Convintamente, non posso che prendere atto della fiducia ben riposta nelle Istituzioni, che ho sempre professato, per formazione culturale e ideologica, e compiacermene.
Non ho la sfera di cristallo, e non ho la pretesa di conoscere i futuri passaggi processuali. Allo stesso modo, ritengo necessario, con pacatezza e altrettanta fermezza, sottolineare alcuni aspetti dell’intera vicenda. Anzitutto l’aspetto personale: il dramma di un intera famiglia, reso ancora più doloroso e disumano dalla misura della custodia cautelare, che si prolunga ormai da diversi mesi, vedeva la principale ragione d’essere proprio nell’ipotesi dell’aggravante mafiosa, ora rigettata.
Possibile che nessuno si ponga, se non altro per motivi di pura civiltà, chi risarcirà Scajola e la sua famiglia di tali sofferenze? Immagino già l’ironia o le obiezioni di chi crede che le mie argomentazioni siano dettate dal sentimento di amicizia (peraltro forse il sentimento più nobile). Peccato che persino il Papa, recentemente, abbia posto l’attenzione sugli aspetti umani e psicologici che interessano l’intero sistema “giustizia” nel nostro paese, sull’uso della carcerazione preventiva, sul regime carcerario. E questo vale ovviamente per personaggi famosi e per perfetti sconosciuti, per i cosiddetti “potenti”, ma ancora di più per le persone più indifese.
C’è poi l’aspetto squisitamente politico. Come già da me evidenziato, taluni non hanno ben chiaro che la delegittimazione di Scajola significa disconoscere, per miope opportunismo per non dire di peggio, un’ intera storia e una politica “moderata” che ha governato, bene, il nostro territorio per almeno dieci anni, anni che ora molti rimpiangono. Per questo chi ritiene di poter aver già giubilato Scajola ha sbagliato i calcoli.
Infine un appello: c’è troppa cattiveria e troppo rancore, troppa esasperazione nel mondo dei media, dei social network, pure strumento straordinario, della comunicazione in genere. C’è bisogno di maggior rispetto e tolleranza, proviamoci almeno. Voltaire diceva “Non condivido le tue idee, ma sono disposto a morire perché tu possa professarle”. Oggi, purtroppo, lo scadimento della vita pubblica, che vede l’avversario politico come un nemico, porta inevitabilmente all’uso senza scrupoli di ogni mezzo per far prevalere le proprie idee.
Antonello Ranise
Forza Italia, Imperia