“Rumori notturni in pasticceria? Il problema viene risolto con pannelli isolanti al soffitto”
“Così uno lavora tranquillo e un altro dorme senza rischiare notte dopo notte un infarto. Far passare che un’attività commerciale possa fare quello che vuole serve e’ sbagliata non siamo nel far west” scrive il nostro lettore Nico
Ho seguito per curiosita’la querelle sul rumore lamentato da una inquilina con appartamento sopra un’attivita’ commerciale di Ventimiglia. Sarebbe finita la mia curiosita’ se il commerciante in questione non avesse su questo giornale pubblicato la sua soddisfazione quasi a voler umiliare l’inquilino del piano di sopra. Il comune ha fatto i controlli che doveva fare con grande velocita’ e i rumori misurati sono nella norma.Tutto ok qui mi fermo dal fare commenti non essendo nè parte in causa nè conosco i fatti per cui farei delle illazioni non di mia pertinenza. Faccio percio’ un commento in generale sul problema rumori. Intanto parto dalla considerazione che l’inquilina sopra una attivita’ comnmerciale per aver fatto un ricorso del genere se non e’ ciucca qualcosa di vero ci deve essere.
Si parla di un 3 decibel oltre il rumore ambientale. Quindi specie serale con poco traffico e poca gente e’ basso, di notte basta immaginare. Il rischio per chi lo produce e’ una richiesta danni esistenziali e nella maggior parte dei casi chi lo produce paga perche’ entra nella sfera del regolamento di igiene e sanita’ che e’ molto restrittivo. Di massima il problema viene risolto con pannelli isolanti al soffitto.
Cosi’ uno lavora tranquillo e un altro dorme senza rischiare notte dopo notte un infarto. Far passare che un’attivita’ commerciale possa fare quello che vuole serve e’ sbagliata non siamo nel far west. Non esiste legge che una famiglia faccia sacrifici enormi per l’aquisto di una casa tra mutui tasse usuraie notai tangente su eredita’per poi trovarsi con una casa che non puo’ dormirci e il suo valore vederlo scendere a zero.