Promette sito a commerciante di abbigliamento e lo truffa per 30mila euro/DENUNCIATO hacker falsario

17 settembre 2014 | 12:56
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Promette sito a commerciante di abbigliamento e lo truffa per 30mila euro/DENUNCIATO hacker falsario
Promette sito a commerciante di abbigliamento e lo truffa per 30mila euro/DENUNCIATO hacker falsario
Promette sito a commerciante di abbigliamento e lo truffa per 30mila euro/DENUNCIATO hacker falsario
Promette sito a commerciante di abbigliamento e lo truffa per 30mila euro/DENUNCIATO hacker falsario

Dall’attività di indagine, culminata in una perquisizione, i poliziotti hanno così scoperto che l’informatico, con precedenti specifici alle spalle, era riuscito a creare ex novo 12 identità, stampando i documenti

Un informatico torinese di 40 anni, F.C., accusato di aver commesso truffe per svariate centinaia di migliaia di euro a banche e finanziarie, nonchè a un commerciante di Bordighera, da cui sono partite le indagini, avvalendosi di 12 identità false, è stato denunciato dagli agenti del commissariato di Ventimiglia con le accuse di: truffa, tentata estorsione, falso e sostituzione di persona. Gli investigatori hanno, poi, appreso che l’uomo, malato del gioco d’azzardo – tanto da aver perso la casa all’asta – investiva tutti i proventi nelle "scommesse online".

Le indagini – dirette dal vice questore aggiunto Giuseppe Ruggiero – sono partite dalla segnalazione di Bordighera, dove un commerciante di 35 anni, A.O., titolare di un negozio di abbigliamento è stato truffato per 30mila euro dall’informatico, che si era offerto di realizzargli un sito per l’e-commerce, con tanto di software contabile.

Dopo essersi presentato una prima volta di persona, l’uomo ha poi sempre mantenuto i contatti via internet. Tra un acconto e l’altro, alla fine è riuscito a farsi versare trentamila euro. Dall’attività di indagine, culminata in una perquisizione, i poliziotti hanno così scoperto che l’informatico, con precedenti specifici alle spalle, era riuscito a creare ex novo 12 identità, stampando i documenti – realizzati a regola d’arte – con la stampante del suo computer.

Ed era proprio con quei documenti che poi si recava presso i vari istituti di credito o agenzie. Il reato di tentata estorsione deriva dal fatto che quando il commerciante di rifiutava di pagare gli acconti, l’informatico minacciava che lo avrebbe denunciato alla Polizia Postale, cancellando tutti i dati del sito ed aumentando la richiesta di denaro.