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Patto di filiera della Dop, prezzo minimo inaccettabile e contratti validi solo sulla carta

11 settembre 2014 | 15:18
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Patto di filiera della Dop, prezzo minimo inaccettabile e contratti validi solo sulla carta

“Il Patto di filiera, che come abbiamo suggerito e fortemente voluto, sta diventando, a causa di un atteggiamento sempre più chiuso e autoreferenziale del Consorzio di Tutela, un patto valido sulla carta, disatteso dai più”

Il Consiglio di amministrazione del Consorzio di Tutela della DOP dell’olio Riviera Ligure ha deliberato, nella seduta del 1/09/2014, i termini del patto di filiera per l’annata 2014- 2015 confermando integralmente, sia per la parte economica che per quella normativa,   i contenuti del Patto dell’anno precedente.
Questa decisione ci trova fortemente contrari per le ragioni che di seguito evidenziamo:
il prezzo minimo fissato negli anni nei contratti di filiera che si sono succeduti è arrivato  nell’annata 2008/2009 (6 anni fa) a 19.5€/quarta per scendere a 18€ nell’annata scorsa, lo stesso valore appena confermato anche per la prossima annata.
Risulta a tutti evidente che a fronte di una crescita costante dei costi di produzione a carico delle aziende agricole e di un positivo rafforzamento sul mercato mondiale delle vendite della DOP dell’olio, i prezzi di vendita delle olive atte a diventare olio DOP (ma in parte utilizzate per la salamoia, settore anche questo fortunatamente in crescita) non possono subire una ingiustificata stagnazione. Men di meno in una annata come quella che si presenta,  caratterizzata da volumi fortemente ridotti  rispetto alle annate passate  che produrranno  inevitabili effetti negativi sui fatturati delle aziende olivicole.
Se il rapporto tra domanda e offerta ha ancora un significato per la formazione del prezzo di un  prodotto,  l’aver bloccato per quest’anno il prezzo delle olive significa aver scientemente deciso di  favorire, all’interno della filiera,   una categoria a scapito dell’altra, il tutto in barba alla rappresentanza degli interessi della categoria degli olivicoltori che detengono, ma sarebbe il caso di dire, dovrebbero detenere, la maggioranza all’interno del Consorzio, compresa la stessa Presidenza.
Discorso analogo, anche se con motivazioni diverse, vale per la conferma dei contratti fornitura. La nostra Confederazione ha in più occasioni segnalato al Consorzio il mancato rispetto da parte di numerosi acquirenti degli impegni previsti nei contratti, impegni che, giova ricordarlo, stanno alla base del meccanismo del Patto di filiera,  e tuttavia nessuna iniziativa è stata assunta a tutela del rispetto delle reciproche posizioni contrattuali. 
Nella formulazione  attuale dei contratti  gli olivicoltori sono poco tutelati e hanno poche possibilità di far rispettare gli impegni indicati sulla carta. 
Sorprende che l’unica risposta del Consorzio sia  quella di confermare il deposito dei contratti entro il 30 Ottobre senza intervenire per rendere lo strumento contrattuale uno strumento che assegni  pari dignità  e tutela a olivicoltori e trasformatori.
Il Patto di filiera, che come Confederazione Italiana Agricoltori abbiamo suggerito e fortemente voluto, sta diventando, a causa di un atteggiamento sempre più chiuso e autoreferenziale del Consorzio di Tutela, un patto valido sulla carta,  applicato da poche responsabili realtà e disatteso dai più.
Sorprende che all’interno del Consorzio non si siano ancora accorti che sono proprio le imprese di trasformazioni serie a  subire pesantemente gli effetti negativi della concorrenza sleale praticata da chi, nella pratica,  non rispetta il Patto e tuttavia beneficia degli incentivi del sistema. 
Roberto Rota                                                               Alessandro Gagliolo
Responsabile Gruppo Olivicolo                                   Responsabile Gruppo Olivicolo 
CIA della Provincia di Imperia                                    CIA della Provincia di Savona