Operaio morì schiacciato da macigno di cemento in cantiere: chieste 6 condanne in abbreviato
Il processo per omicidio colposo riguarda la morte di Fausto Sandonato, operaio edile di 40 anni deceduto il 21 luglio 2010 nel cantiere di via Del Piano, tra Arma e Taggia
Si è chiusa con 6 richieste di condanne, stamani, davanti al gup Alessia Ceccardi, di Imperia, la requisitoria al processo al processo (in abbreviato) per omicidio colposo per la morte di Fausto Sandonato, operaio edile di 40 anni deceduto il 21 luglio 2010 nel cantiere di via Del Piano, tra Arma e Taggia.
Il pm ha così chiesto 2 anni di reclusione per Roberto Boeri, legale rappresentante della “Cobar costruzioni edili”; il figlio di quest’ultimo, Antonio, consigliere d’amministrazione della società e Massimiliano Arcuri, datore di lavoro della vittima. Ha, quindi, chiesto 1 anno e 4 mesi per: Sandro Mei, titolare della ditta incaricata di portare il calcestruzzo al cantiere; Sandro Cesari, legale rappresentante della “Edilgroup Costruzioni” e Fabio Ravera, coordinatore della sicurezza.
Dalla perizia elaborata dall’ingegnere Enrico Masella (nelle forme dell’incidente probatorio) è risultato che Sandonato morì per la caduta in avanti dei blocchi di cemento, in seguito alla gettata di calcestruzzo, dopo che la scala sulla quale lavorava cedette, scaraventandolo contro gli stessi blocchi che lo schiacciarono.
Terminata la discussione del pm, c’è stata quella di parte civile, con l’avvocato Alessandro Moroni. Quindi, è iniziata la discussione delle difese, che terminerà, il 25 novembre prossimo, con gli avvocati: Alessandro Mager, Alessandro Sindoni e Bruno Di Giovanni. Successivamente è prevista la decisione.