“Non merito di essere presentato come un pirata, un palazzinaro di borgata”

30 settembre 2014 | 14:49
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“Non merito di essere presentato come un pirata, un palazzinaro di borgata”

Cosi’, oggi a Torino, e’ terminata l’ultima dichiarazione spontanea del costruttore Francesco Caltagirone Bellavista al processo per lo scandalo del porto di Imperia

"Non merito di essere presentato come un pirata, un palazzinaro di borgata, un truffatore. Non e’ giusto". Cosi’, oggi a Torino, e’ terminata l’ultima dichiarazione spontanea del costruttore Francesco Caltagirone Bellavista al processo per lo scandalo del porto di Imperia. L’imprenditore, per il quale sono stati chiesti 8 anni di carcere, oltre a respingere le accuse ha affermato di non riconoscersi nel ritratto dipinto dal pm Giancarlo Avenati Bassi nella requisitoria.

"Ho cominciato a lavorare a vent’anni – ha ricordato Caltagirone, che nel 2011 venne anche arrestato – e a 23 mi ero gia’ messo in proprio. A 76 anni, dopo piu’ di un cinquantennio di attivita’ professionale, sono incensurato. Il processo e’ stato condotto in maniera impeccabile dal tribunale. Si e’ discusso di fatti. E ora si deve stabilire se i fatti di reato ci sono o non ci sono. Che bisogno c’e’ di
dare un’immagine cosi’ negativa di me? Non e’ normale. Non e’ corretto".

L’imprenditore ha negato che la sua volonta’ era di lasciare incompiuto il porto di Imperia per guadagnare soldi. "Avevamo chiesto un finanziamento per finire le opere a terra. Avevamo fatto i ricorsi al Tar contro la decadenza della concessione. Avevamo tentato la ristrutturazione del debito. Poi pero’ io e altri siamo stati arrestati. E l’azienda e’ stata decapitata". "Il carcere – ha ancora detto Caltagirone – e’ sofferenza. Ma non potersi difendere mentre altri distruggono tutto e’ una sofferenza ancora maggiore".