Marito stalker brucia il banco al mercato della ex: Riesame concede domiciliari a Lorenzo Musso

9 settembre 2014 | 19:44
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Marito stalker brucia il banco al mercato della ex: Riesame concede domiciliari a Lorenzo Musso

Il bilancio dell’incendio fu di due banchi bruciati, altri seriamente danneggiati; ma soprattutto, ci furono le pareti dello stabile annerite e tutto il cibo sugli altri banconi, a causa della fuliggine, venne buttato via, con danni assai igenti

Il tribunale del riesame di Genova ha concesso gli arresti domiciliari a Lorenzo Musso, 47 anni, di Imperia che nella notte tra il 3 e il 4 agosto scorso, per punire l’ex compagna trentanovenne che non voleva tornare con lui, aveva appiccato un vasto incendio all’interno del mercato coperto, di Sanremo, con l’intento di bruciare il suo banco di frutta e verdura. L’uomo è difeso dall’avvocato Luca Ritzu.

Su di lui pendeva un ordine di custodia cautelare emesso dal gip del tribunale di Imperia, con le accuse di stalking e incendio doloso e nell’ambito della stessa vicenda sono stati indagati, in concorso, anche: Franco Sciolotto, 28 anni e Sergio Vona, di 35 anni, di Imperia, accusati gli esecutori materiali dell’incendio e Vincenzo Corsaro, 36 anni, di Bordighera e Claudio Fornero, di 62 anni, di Sanremo, accusati di atti persecutori nei confronti della donna.

Il bilancio dell’incendio fu di due banchi bruciati, altri seriamente danneggiati; ma soprattutto, ci furono le pareti dello stabile annerite e tutto il cibo sugli altri banconi, a causa della fuliggine, venne buttato via, con danni per diverse decine di migliaia di euro.

Gli investigatori hanno così appurato che Musso aveva avuto una relazione con la donna, proprietaria di uno dei banchi. Dopo essere stato lasciato ha cominciato a perseguitarla con telefonate, pedinamenti e appostamenti, fintanto – vedendo che non serviva a nulla – ha deciso di incendiare il mercato.

Fatto particolare: Musso si era avvalso anche della collaborazione di altre persone per perseguitare la donna. Ma non è tutto. Per mettere ancora più in difficoltà quest’ultima era stato anche avvicinato e minacciato un suo collaboratore. In questo caso, Musso, secondo quanto accertato dagli inquirenti, avrebbe telefonato alla madre del collaboratore e con l’accento meridionale gli avrebbe detto che il figlio, se avesse voluto continuare a vivere avrebbe dovuto lasciar perdere quella donna. Alla fine cessò la collaborazione.