“Io sto con la sposa”: a Venezia il film sul dramma dei profughi girato anche a Ventimiglia

3 settembre 2014 | 16:08
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“Io sto con la sposa”: a Venezia il film sul dramma dei profughi girato anche a Ventimiglia

La pellicola verrà proiettata domani pomeriggio al Palazzo del Festival al Lido di Venezia

Ventimiglia, o per meglio dire quella parte del comune intemelio che dalla Città Alta arriva sino al Passo della Morte al confine con la Francia, sarà domani protagonista assoluta al Festival del Cinema di Venezia dove nel pomeriggio, l’inizio della proiezione è fissato per le quattordici e trenta, si potrà assistere, al Palazzo del Festival del Lido, all’anteprima internazionale del docufilm “ Io sto con la sposa”. L’opera, che narra di un fatto realmente accaduto, gode della regia di Antonio Augugliaro che per definire la sceneggiatura si è avvalso pure della consulenza del noto professore ventimigliese, di origini siciliane, Enzo Barnabà, grande esperto di migrazioni.

La trama trae spunto dal biblico esodi di migliaia e migliaia di rifugiati che abbandonano le regioni della cosiddetta “ Mezzaluna araba” in preda ad inestricabili guerre civili, ma altri giungono pure da Nigeria e Corno d’Africa, ed approdano tra Lampedusa e la Sicilia attraversando il Mediterraneo meridionale su vere e proprie bagnarole da dove vengono salvati dall’opera indefessa della Marina Militare italiana protagonista dell’operazione “ Mare Nostrum”. Come ad ogni esodo biblico la stazione internazionale di Ventimiglia si trasforma in un infernale mega- centro d’accoglienza dalle pessime condizioni igieniche, così anche è  per la stazione Centrale di Milano, giacché di tutti i profughi arrivati nel Sud d’Italia pochissimi sono quelli intenzionati a rimanere nella Penisola: in gran parte sognano la Francia, la Germania, la Svezia, la Danimarca. Sono quelle Nazioni dove vivono già molti loro parenti e dove più facilmente si trova lavoro.

A metà Novembre dell’anno passato il regista Augugliaro, il poeta palestinese, da tempo vivente a Milano, Khaled Siliman Alnassiry ed il giornalista italiano Gabriele Del Grande, si imbattono in uno dei tanti numerosi bivacchi che si formano nei mezzanini del maggior scalo ferroviario meneghino. Vengono a  conoscere dalle loro parole il desiderio di  fuggire in Svezia: sono in tutto diciannove i profughi che intendono raggiungere Stoccolma. Ai tre intervistatori viene un’idea che  a prima vista potrebbe risultare folle.” Insceniamo un corteo nuziale, con tanto di coccarde bianche sulle autovetture” pensano. In poco si passa dall’idea all’azione.

Un giovane profugo, Abdallah, siriano, viene destinato a recitare il ruolo dello sposo, la sua connazionale, di origine palestinese, Tasmen quello della sposa, gli altri quello degli invitati. La strana comitiva parte per Ventimiglia ove cercherà di oltrepassare il confine con la Francia al Passo della Morte, tristemente celebre per i tanti clandestini che vi hanno perso la vita. Durante la preparazione del film il regista, limitatamente ai sopralluoghi in terra intemelia, si è avvalso della consulenza del professor Barnabà che lo ha condotto sui luoghi noti come passaggio di clandestini sin dall’inizio del secolo scorso. Ecco, dunque, le scene del film indugiare sul passaggio, tramite un buco presente nella rete metallica confinaria, al Passo della Morte e sulla precedente sosta a Case Gina, un agglomerato abbandonato ove i migranti hanno inciso sulle pareti delle dirute case, con scritte in  arabo, i nomi dei loro compagni di ventura annegati nel Canale di Sicilia.

Il viaggio poi prosegue in auto da Mentone sino a Marsiglia, ove i ventidue passeranno la sera e la notte mangiando " cous- cous", ed in treno attraverso Lussemburgo, Germania e Danimarca sino alla tanto agognata Stoccolma.Arriverranno a destinazione dopo quattro giorni Un docufilm d’alta professionalità ed impegno civile quello del regista Augugliaro, come se ne sono visti assai pochi negli ultimi anni ma che altre volte hanno frequentato i saloni del Lido di Venezia: basti pensare a “ Sacro G.R.A.” che l’anno scorso vinse il Leone d’Oro. A testimonianza di come sia alto il suo valore basti solamente pensare che in buona parte è stato finanziato da donazioni di privati che, a fine Giugno, hanno raccolto settantaciqnumila Euro ed  hanno permesso di " girare" questa inedita testimonianza, d’alto valore, di uno dei grandi drammi odierni. Non è stato purtroppo possibile presentarlo alla rassegna ufficiale del Festival veneziano: verrà infatti proiettato fuori concorso per la sezione " Orizzonti" a  meno di ventiquattro ore dall’ennesimo vertice, che si terrà in riva al Mar Ligure, tra gli alti gradi della " Suretè" transalpina e la nostra Polizia di Stato, dopo che da alcuni giorni i francesi, con le temibili Crs, continuano a respingere inflessibilmente i profughi, eritrei, somali, libici, siriani e palestinesi, che cercano di varcare il confine di Grimaldi, predisponendo anche dei veri e propri posti di blocco a Ponte San Luigi, a Ponte San Ludovico, alla barriera autostradale di Roverino ed anche alla stazione ferroviaria della Città di confine sui treni diretti a Nizza ma anche dopo che il governo transalpino, guidato da Maurice Valls, ha deciso di aderire a Frontex Plus, dando così a livello comunitario una mano all’Italia.          

Sergio Bagnoli