“Delinquenti… si sono mangiati i soldi”. L’ex sindaco Scullino querela il giornalista Beha

L’ex sindaco di Ventimiglia, Gaetano Scullino, la cui amministrazione venne sciolta per presunte infiltrazioni mafiose, nel 2011, ha querelato il gionalista de "Il fatto Quotidiano", Oliviero Beha, per aver dato del "deliquenti" ai vecchi amministratori e quindi a Scullino, che li rappresentava e per aver sostenuto che si sono "mangiati" i finanziamenti destinati al rifacimento del centro storico cittadino. Beha, che era stato ospite di Ventimiglia, dove aveva presentato un libro, aveva scritto queste affermazioni su un blog, nel quale, a fine luglio, aveva pesantemente attaccato e, per certi versi, deriso la comunità calabrese, giocando sul binomio di Ventimiglia città di "confino". 

“Sono molto rammaricato del fatto che il dottor Oliviero Beha – afferma Scullino – che nella biografia sul suo sito si autodefinisce "uno dei giornalisti più noti ed autorevoli nel panorama italiano della comunicazione", si sia espresso in quei termini sulla città di Ventimiglia, dopo avervi soggiornato per promuovere un suo libro. Di certo non posso tollerare che egli abbia affermato che l’amministrazione uscente, che ho avuto l’onore di rappresentare, sarebbe composta da "delinquenti" e si sarebbe "mangiata" fantomatici fondi europei per il rifacimento delle facciate di Ventimiglia Alta”.

"Scullino, che in questo procedimento è difeso dall’avvocato Marco Mazzola, aggiunge: “Sarebbe stato sufficiente un minimo di ricerca per avvedersi del fatto che, ad esempio lo splendido scenario che ha fatto da cornice alle rappresentazioni che si sono appena svolte a Ventimiglia Alta costituisce, semmai, uno dei risultati tangibili dei contributi ottenuti e ben spesi dalla passata amministrazione. Neppure intendo chiudere un occhio sull’asserzione, anch’essa contenuta in un post pubblicato sul blog del dottor Beha, secondo cui lo scioglimento del Comune, impugnato davanti al Tar, confermerebbe una qualche responsabilità penale personale. Sono convinto che un giornalista abbia l’obbligo di documentarsi prima di scrivere e, in ogni caso, non debba proferire espressioni sconvenienti od offensive. Ho pertanto conferito mandato all’avvocato Mazzola, affinché tali insinuazioni vengano sottoposte al vaglio della magistratura".