Corsi di aggiornamento con costi elevati: Cgil, Cisl e Uil chiedono di incontrare la Regione
“Per i corsi di prima qualifica (riservati a chi abbia meno di 2 anni di servizio) il costo arriva
fino a 2500 €, mentre per i corsi di riqualificazione il costo è proporzionalmente ancora più alto poiché arriva fino a 1450 €”
Spett. Regione Liguria
c.a.
Ass. Politiche sociali
Lorena Rambaudi
Ass. alla salute
Claudio Montaldo
Ass. istruzione e formazione
Pippo Rossetti
Oggetto: richiesta incontro
Con la presente chiediamo la convocazione di un incontro per discutere delle modalità di attuazione della DGR 280/2014 e per affrontare assieme alcune criticità che potranno emergere dalla sua attuazione.
Per facilitare la discussione, visti anche i tempi molto ristretti, crediamo possa essere utile anticipare alcune questioni.
Il tema senz’altro più delicato è quello relativo ai costi dei corsi che sono molto elevati e, inoltre, variano sensibilmente da un Ente di formazione all’altro. In particolare, per i corsi di prima qualifica (riservati a chi abbia meno di 2 anni di servizio) il costo arriva
fino a 2500 €, mentre per i corsi di riqualificazione il costo è proporzionalmente ancora più alto poiché arriva fino a 1450 €. A questo elemento di disparità se ne aggiunge un altro legato al fatto che in alcuni casi le aziende garantiscono la copertura totale o parziale del costo, ma nella maggioranza dei casi questo è totalmente a carico del lavoratore.
Contestualmente a questa, invieremo una richiesta di incontro alle Associazioni di categoria allo scopo di avviare una trattativa finalizzata a concordare la partecipazione di tutte le aziende al pagamento dei corsi e per attivare, laddove possibile, i fondi
interprofessionali di categoria.
Allo stesso tempo però, relativamente ai corsi di riqualificazione, crediamo che sia necessario valutare la possibilità di adottare un meccanismo di riconoscimento delle competenze acquisite (crediti) simile a quello utilizzato con la DGR 203/2014 per
l’attivazione dei corsi per la qualifica per il conseguimento del titolo di Tecnico animatore
socio-educativo. A tale proposito citiamo la DGR 747/2011 avente ad oggettol”Approvazione di linee guida per riconoscimento attività private finalizzate alla riqualificazione degli operatori socio-sanitari” che nelle premesse (pag. 4) riporta quanto segue:
“I suddetti indirizzi, alla voce 5.4 prevedono che i destinatari degli interventi siano:
-…
– gli operatori con formazione pregressa insufficiente ed esperienza lavorativa di almeno 2 anni in ambito socio assistenziale e/o sanitario presso strutture private e socio assistenziali pubbliche e private che possono usufruire del riconoscimento di eventuali crediti formativi, valutati da un’apposita commissione, che riducono la durata del percorso formativo integrativo”.
A prescindere dal metodo, crediamo comunque che la via del riconoscimento dei crediti e delle competenze sia l’unica strada percorribile per riconoscere e certificare le professionalità acquisite e per ridurre il costo dei corsi attraverso l’abbassamento del monte ore complessivo.
Inoltre, relativamente ai requisiti di accesso ai corsi, ci risultano alcuni casi di lavoratori “anziani” (in alcuni casi ultra-sessantenni) che non hanno i requisiti per l’accompagnamento alla pensione, che svolgono da molti anni la mansione, ma non hanno i titoli (scuola dell’obbligo) per l’ammissione ai corsi. Crediamo necessario discutere delle modalità di gestione di questi e di altri casi limite che si potranno presentare.
Confidando quindi in un Vostro sollecito riscontro, porgiamo distinti saluti.
Per le Segreterie Regionali
FP CGIL – CISL FP – UIL FPL
Bombarda – Bertocchi – Ragni