25 tra ragazze e ragazzi |
Sanremo
/Primo giorno del Campo Giovani Diocesano di Azione Cattolica a Ormea
22 agosto 2014 | 10:53






La giornata si è conclusa con la Santa Messa in cui don Alessandro Ghersi ha ripreso i punti fondamentali della giornata facendo una sintesi sull’essenzialità di dover testimoniare una fede reale e sincera
Nel pomeriggio di mercoledì, nella ormai classica casa di Ormea, è iniziato il campo diocesano di Azione Cattolica dedicato ai “giovani” che quest’anno raggiungono 25 tra ragazze e ragazzi provenienti da tutta la diocesi e in particolare dalle parrocchie di Roverino, Cattedrale, San Rocco di Vallecrosia, San Siro, Santa Maria degli Angeli, Taggia, Villetta e Baragallo.
L’equipe che li guida è formata da ?6 educatori?, tra cui il presidente di Azione Cattolica diocesana Michele Gallucci e molti suoi stretti collaboratori; con la supervisione di don Alessandro Ghersi in qualità di Assistente diocesano? di Azione Cattolica coadiuvato dal diacono don Claudio Fasulo.
L’inizio del campo è avvenuto con la preghiera dei Vespri, dove i giovani hanno potuto affidare nella preghiera comune di tutta la Chiesa le loro aspettative e le loro intenzioni, così da mettere fin da subito al centro di questi giorni la priorità del campo che è un rinnovato incontro con la propria fede.
Il tema di questi giorni che l’Azione Cattolica diocesana ha offerto ai giovani della diocesi è sulle tre parole chiave che Papa Francesco ha rivolto all’Azione Cattolica Nazionale durante l’udienza del 3 maggio 2014.
La prima parola è “andare” e queste sono le parole pronunciate dal Papa:
Mai un’Azione Cattolica ferma, per favore! Non fermarsi: andare! Andare per le strade delle vostre città e dei vostri Paesi, e annunciare che Dio è Padre e che Gesù Cristo ve lo ha fatto conoscere, e per questo la vostra vita è cambiata: si può vivere da fratelli, portando dentro una speranza che non delude. Ci sia in voi il desiderio di far correre la Parola di Dio fino ai confini, rinnovando così il vostro impegno a incontrare l’uomo dovunque si trovi, lì dove soffre, lì dove spera, lì dove ama e crede, lì dove sono i suoi sogni più profondi, le domande più vere, i desideri del suo cuore. Lì vi aspetta Gesù. Questo significa: andare fuori. Questo significa: uscire, andare uscendo.
Il primo giorno, è stato un elaborare la nuova tecnologia rispetto alla fede di ognuno e si è usato come strumento l’ormai conosciutissimo “selfie” (cioè farsi un autoscatto con la fotocamera del cellulare per poi pubblicarlo sui vari social network). Ogni giovane ha creato un selfie e successivamente, in un confronto in piccoli gruppi, ognuno ha espresso la propria coerenza e audacia nel testimoniare la propria aderenza a Gesù, anche nei social network considerati ormai una parte importante della vita dei giovani d’oggi. Il pomeriggio è continuato con altre attività sempre più profonde sul comprendere la relazione vera che si ha sia con il prossimo che con Dio in un mondo spesso orientato alla valorizzazione del proprio ego anziché alla preziosità dei valori insiti nel cuore che da sempre Dio ha donato.
La giornata si è conclusa con la Santa Messa in cui don Alessandro Ghersi ha ripreso i punti fondamentali della giornata facendo una sintesi sull’essenzialità di dover testimoniare una fede reale e sincera cioè, riprendendo le parole di Papa Francesco, di non aver paura di parlare e annunciare in ogni luogo l’incontro che si è fatto con Gesù e che ha realmente cambiato il modo di vedere e vivere la vita.
Don Claudio Luigi Fasulo