Negata la libertà a Claudio Scajola: l’ex ministro resta agli arresti domiciliari

“Sconcerto e disappunto” e’ stato espresso dai difensori di Claudio Scajola, gli avvocati Giorgio Perroni ed Elisabetta Busuito, per la decisione del gip di respingere l’istanza di revoca degli arresti domiciliari da loro presentata
Resta agli arresti domiciliari l’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola. Il gip di Reggio Calabria, Olga Tarzia, che ieri ha disposto il
processo immediato per l’ex ministro ed altre quattro persone nell’inchiesta sui presunti aiuti alla latitanza di Amedeo Matacena, ha respinto un’istanza dei legali di Scajola in cui chiedevano la revoca della misura. Scajola, arrestato l’8 maggio scorso, e’ ai domiciliari dal 13 giugno scorso per decisione del Tribunale della liberta’ di Reggio Calabria.
"Sconcerto e disappunto" e’ stato espresso dai difensori di Claudio Scajola, gli avvocati Giorgio Perroni ed Elisabetta Busuito, per la decisione del gip di respingere l’istanza di revoca degli arresti domiciliari da loro presentata. "Abbiamo appreso – sostengono i due legali in una nota – che il Gip di Reggio Calabria ha accolto la richiesta di rito immediato, correlativamente rigettando la richiesta di
scarcerazione di Claudio Scajola da noi avanzata.
Riguardo a tale situazione, desideriamo sottolineare che Claudio Scajola, che, per anni, e’ stato un uomo dello Stato, non puo’ che nutrire fiducia piena nelle Istituzioni e, quindi, anche nell’operato della magistratura che dello Stato costituisce un potere fondamentale; purtuttavia non possiamo non esprimere sconcerto e disappunto verso la grave ingiustizia che la magistratura sta compiendo ai suoi danni, non gia’ per la scelta di processarlo, scelta da noi non condivisa, ancorche’ certamente legittima, quanto per la ingiusta ed, a nostro avviso, incomprensibile decisione di continuare a privarlo della sua liberta’".