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L’arresto del narcos con oltre 130 OMICIDI alle spalle. Intervista al pizzaiolo che lo ha servito

8 agosto 2014 | 17:02
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L’arresto del narcos con oltre 130 OMICIDI alle spalle. Intervista al pizzaiolo che lo ha servito
L’arresto del narcos con oltre 130 OMICIDI alle spalle. Intervista al pizzaiolo che lo ha servito
L’arresto del narcos con oltre 130 OMICIDI alle spalle. Intervista al pizzaiolo che lo ha servito

“Quando è venuto a mangiare qui, sembrava un turista spagnolo. Indossava un paio di bermuda, era piuttosto casual. Mai più avrei detto che potesse essere ricercato per tutti quegli omicidi”

"Quando è venuto a mangiare qui, sembrava un turista spagnolo. Indossava un paio di bermuda, era piuttosto casual. Mai più avrei detto che potesse essere ricercato per tutti quegli omicidi". A Parlare è Rudy Gerbore, titolare di una pizzeria, di vico Costanzo, a Imperia Oneglia, che tempo fa ha servito: Antonio Domenico Hoyos Mancuso, 49 anni, arrestato a Imperia dalla Guardia di Finanza, in quanto colpito da un ordine di cattura internazionale a fini estradizionali, emesso dalle autorità della Colombia.

Alle sue spalle ci sarebbero più di 130 omicidi e altri delitti. "Era un tipo gentile. Ricordo di una sera che si trovava assieme ad altre persone". Mancuso, che viveva in Italia da circa due anni, è stato catturato ad opera di unità specializzate della Finanza, normalmente impiegate nella lotta alla criminalità organizzata in Liguria e con l’ausilio di mezzi aerei. Il colombiano si trova ora nel carcere di Marassi, a Genova, a disposizione della Corte d’Appello e della Procura Generale di Genova. A Imperia pare che volesse investire nell’acquisto di alcune unità immobiliari.

Le autorità colombiane tenevano sul suo conto quattro ordini di cattura per omicidio e associazione a delinquere, per non parlare della deportazione forzata di 90 famiglie tra il 1999 e il 2002 nel nord oriente del paese, l’area del Catatumbo e altre regioni a nord di Santander in Colombia. Diretto erede del cugino Salvatore Mancuso per quanto concerne l’attività terroristica paramilitare nella nazione del Latinoamerica.

Su 132 persone uccise tanti sono civili ma anche numerosi sindaci della zona a nord di Santander, oltre ad aver piazzato un’autobomba nel centro commerciale Alejandría a Cúcuta il 5 marzo 2003 dove morirono 49 persone. Chi conosce il mondo del paramilitarismo sa che Domenico era molto vicino a suo cugino Salvatore dal quale ereditò lo scettro del comando delle truppe quando il cugino fu arrestato e poi estradato negli Stati Uniti. Domenico Mancuso, di nazionalità colombiana e italiana, è altresì conosciuto con i nomi di battaglia di ‘Lucas’, ‘Alejandro’ e ‘David’.

Comunque della sua vera identità poco si sa, anche se intraprese la ‘carriera paramilitare’, quando le Farc attentarono alla vita di suo padre.

L’INTERVISTA A RUDY GERBORE