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/Si è concluso, domenica 20 luglio, il campo diocesano di Azione Cattolica per i “giovanissimi”
21 luglio 2014 | 08:42
L’equipe che li ha guidati era formata da 10 educatori, con la supervisione di don Alessandro Ghersi, Assistente diocesano e di don Claudio Fasulo
Si è concluso, domenica 20 luglio, il campo diocesano di Azione Cattolica per i “giovanissimi” che quest’anno ha raggiunto 58 partecipanti. L’equipe che li ha guidati era formata da 10 educatori, con la supervisione di don Alessandro Ghersi, Assistente diocesano e di don Claudio Fasulo. Dietro le quinte 4 adulti che, in spirito di servizio, hanno gestito la cucina. Proprio il servizio è stato il tema del campo: i giorni trascorsi ad Ormea hanno offerto l’occasione di vivere un’esperienza di comunione tra coetanei nel gioco e nella preghiera; ma sono stati anche una piccola «scuola di vita» riflettendo sulla solidarietà e l’amore per il prossimo come valori essenziali e opzione fondamentale nel cammino di ogni cristiano. Non a caso il titolo è stato “Dalla testa ai piedi”, prendendo spunto dal testo di don Tonino Bello, “La Chiesa del grembiule” cioè l’invito per una conversione quotidiana del proprio stile di vita che parte dalla testa per arrivare fino ai piedi di coloro che il Signore mette, ogni giorno davanti a noi. La settimana è stata molto intensa e si sono notati in molti giovani segni chiari di come Gesù ha parlato ai loro cuori, vedendo una crescita spirituale e personale ogni giorno più profonda. Due momenti possono essere considerati i punti cardini del campo. Il primo, giovedì, quando i partecipanti si sono trovati di fronte ai ragazzi dell’Anffas di Sanremo; con loro hanno potuto mettere in campo tutte le idee e le riflessioni elaborate nei primi giorni di campo. Inoltre, sempre nello stesso pomeriggio, i 58 “giovanissimi” sono stati divisi in 2 squadre per vivere un ulteriore momento di servizio concreto: un gruppo è andato alla Casa di Riposo di Ormea per trascorrere del tempo con gli anziani ed essere testimoni di cosa significa prendersi cura di una persona senza nulla pretendere in cambio; l’altro gruppo è rimasto con i disabili dell’Anffas per approfondire la loro conoscenza con momenti di gioco e condivisione. Una giornata molto rara per la classica routine dei teenagers ma che proprio per la sua originalità ha provocato una sincera riflessione personale per il loro futuro. Il secondo momento è stato l’arrivo nella mattinata di venerdì del vescovo diocesano Antonio Suetta; l’accoglienza è stata molto calorosa e in pochi istanti si è instaurato un ottimo feeling tra vescovo e giovani e le parole di Mons. Suetta sono state un aiuto concreto per sviluppare la dimensione di servizio non solo nei momenti parrocchiali o associativi ma come protagonisti di una Chiesa in uscita, tanto richiamata e desiderata da papa Francesco.