Raduno al Saccarello |
Valle Argentina - Armea
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Domenica, per la 114a volta, ci si ritroverà ai piedi della statua del Redentore

30 luglio 2014 | 16:57
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Domenica, per la 114a volta, ci si ritroverà ai piedi della statua del Redentore
Domenica, per la 114a volta, ci si ritroverà ai piedi della statua del Redentore
Domenica, per la 114a volta, ci si ritroverà ai piedi della statua del Redentore
Domenica, per la 114a volta, ci si ritroverà ai piedi della statua del Redentore
Domenica, per la 114a volta, ci si ritroverà ai piedi della statua del Redentore

Alle 11.00 Santa Messa celebrata dal Vescovo della Diocesi di Ventimiglia – San Remo

114. E’ questo il numero, importante, che ha raggiunto la statua del Redentore sul Monte Saccarello, la più alta vetta dei monti liguri.
Sono infatti 114 gli anni che la statua è là, su quel monte, anche se non da subito nella posizione attuale, perchè allora, parliamo dell’inizio del secolo scorso, issare sul basamento due tronconi di ghisa del peso di quaranta quintali, non fu tanto facile e soltanto il cinque agosto del 1902, la statua ebbe la sua collocazione definitiva.
Da allora ogni anno, la prima domenica di agosto, ci si ritrova su quelle montagne, per celebrare una messa a ricordo dei tanti che a vario titolo hanno collaborato a realizzare l’opera: da Papa Leone XIII l’ideatore della erezione di una statua sul monte più alto di ogni regione, all’ allora arcivescovo di Genova monsignor Tommaso Reggio propugnatore dell’idea, ed al suo confessore, il canonico triorese Giuseppe Giauni che seguì da vicino i lavori.
Sono molti i ricordi, gli aneddoti che si potrebbero raccontare sulla statua del Redentore, dalla multa comminata nel 1901 dalla Pretura di Tenda ai militari e taglialegna che tagliarono due larici per fare le assi per issare il Sacro Cuore, al trasporto in nave da Parigi, dove la statua venne fusa, sino ad Oneglia e poi a Ormea in treno ed ancora al Saccarello su un carro trainato da buoi, alla mano spezzata da un fulmine e poi "miracolosamente" ritrovata a Santo Stefano Belbo, patria di Cesare Pavese, e riattaccata da don Angelo Nanni, parroco di Dolceacqua, ma molto legato al Saccarello dove portava i giovani quando era curato della chiesa di San Giuseppe e Sant’Antonio ad Arma di Taggia.
Anche quest’anno, domenica, tutti al Saccarello, ai piedi della statua del Sacro Cuore, dove alle 11.00 monsignor Antonio Suetta, attuale vescovo della diocesi di Ventimiglia San Remo, celebrerà una Messa.
E’ la prima volta per monsignor Suetta sul Saccarello. Di certo c’era stato in passato come sacerdote, ma ora lo farà come Vescovo. Non è dato ancora di sapere se scalerà il monte a piedi oppure se si affiderà ad una robusta quattro ruore, ma ha dato la conferma della sua presenza.
Non sarà comunque il primo vescovo a celebrare messa lassù.  Le cronache ricordano la presenza di mons. Rousset, mons. Coppo, mons. Verardo, mons. Barabino e mons. Careggio che durante i suoi 10 anni di ministero episcopale, non è mai mancato all’appuntamento, quello della celebrazione di una Messa, la prima domenica di agosto, appuntamento ideato nel 1975 da un gruppo di abitanti della frazione triorese di Goina e da Antonio Astini di Creppo che fondarono il Comitato Pro Saccarello, che ancora oggi esiste e che si occupa di organizzare la festa, poichè di una festa si tratta, una festa all’insegna dell’amicizia e della fede, e di "curare" la statua del Sacro Cuore che mostra appieno i suoi anni.
Quanto prima, approfittando della bella stagione inizieranno i lavori di consolidamento del basamento, una operazione non semplice vista l’altezza del basamento e l’altitudine: a 2.200 metri sul livello del mare le ore in cui poter lavorare possono anche essere poche, perchè il tempo è assai mutevole e durante la stagione invernale, lassù ci si arriva soltanto con un gatto delle nevi.