Casano: “Statistiche e studi in sanità puniscono i più deboli ma non necessariamente i peggiori”

“Il concetto di produttività si concilia molto male con l’operato di un Medico che è qualcosa di molto più complesso di quello che vogliono farci credere i “tecnici” di estrazione bocconiana con le statistiche e i loro criteri”
Penso che l’articolo sulle pagelle segrete degli ospedali liguri meriti alcune doverose precisazioni che si rivelano di straordinaria attualità vista la riunione della Commissione Speciale Sanità che si terrà domani.
Premetto che, non frequentando le alte sfere decisionali della Sanità Ligure in quanto chirurgo di un Ospedale di Provincia, non conosco a fondo i criteri che sono alla base di tali classifiche. Mi limito quindi ad alcune osservazioni di buon senso e dettate dall’esperienza sul campo, fermo restando l’aureo principio che le statistiche sono una cosa e la realtà è spesso ben altra.
Veniamo alla prima osservazione.
E’ mai possibile che ogni qualvolta si parli di sanità in termini di spesa si debba sempre e solo parlare di Medici introducendo un concetto di produttività basato non si sa bene su quali principi?
Possibile che nessuno mai parli degli sprechi enormi, giganteschi, che hanno luogo nel campo degli appalti e delle spese per beni e servizi in sanità, dimenticando che nel conto generale ciò che rimane per i malati è la parte minore?
Per esempio quanto è produttivo costruire ex novo delle sale operatorie per poi lasciarle inutilizzate oppure costruire un reparto nuovo per poi lasciarlo chiuso?
La seconda osservazione che faccio è la seguente: leggiamo dalla suddetta statistica che la “produzione” (di che?! Bulloni, lavatrici, che cosa?!) per medico in euro delle Chirurgie della nostra Asl è tra le più basse, essendovi un eccesso di 8,25 medici. Come dicevo è una questione di statistica e di criterio. La Chirurgia di Imperia soprattutto, ma credo anche le altre, sono in deficit di organico. Prova ne è che il servizio di pronta disponibilità chirurgica (leggi: salvare la vita alle persone) si mantiene solo ed esclusivamente perché il personale medico chirurgico svolge anche il doppio delle reperibilità previste dal contratto, rinunciando ad una parte significativa della propria libertà e realizzazione familiare e personale a fronte di stipendi vergognosi e responsabilità enormi. Questo è un fatto che, oltre a contraddire senza appello le statistiche pubblicate, deriva da una gestione del Personale (quelle che chiamano risorse umane) certamente non ottimale se non addirittura fatta di privilegi cosicché persone che risultano assunte per un determinato ruolo e con determinati compiti fanno altro. Quindi quegli 8,25 Medici in eccesso hanno tutti un nome e un cognome.
Il concetto di produttività si concilia molto male con l’operato di un Medico che è qualcosa di molto più complesso di quello che vogliono farci credere i “tecnici” di estrazione bocconiana con le statistiche e i loro criteri. Una vita si può salvare in un minuto o in dieci ore, non c’è differenza di produttività. Non dobbiamo dimenticare quali possono essere le distorsioni etiche della produttività in sanità. Recentemente abbiamo visto un Primario Chirurgo milanese di gran fama finire all’ergastolo per, diciamo così, un “eccesso di produttività”. Non si creda che casi del genere siano poi così isolati.
Sarebbe molto più produttivo adottare dei concetti di serietà e meritocrazia per mettere i Medici nelle condizioni migliori per svolgere il proprio lavoro e migliorare la propria professionalità, riportandoli al centro del processo di cura che, non dimentichiamolo, rimane il motivo per cui esistono gli ospedali. Mentre invece si tenta di rimediare a decenni di malcostume con manovre correttive dettate da statistiche e studi che puniscono i più deboli ma non necessariamente i peggiori.
Alessandro Casano