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/Educare è… trasmettere valori
2 aprile 2014 | 11:15

La vita possiede un immenso valore e può essere vissuta “da uomini” in ogni circostanza
Educare è, in primo luogo, sentire l’esigenza di "essere educati", di essere in perpetuo cammino di crescita; è avere in sé la certezza ed aver effettivamente e personalmente sperimentato che, nonostante il contesto culturale in cui si è immersi, caratterizzato dalla crisi di valori autentici e di antiche certezze, la vita possiede un immenso valore e può essere vissuta "da uomini" in ogni circostanza.
Educare non è ripetere un discorso edificante e ricco di valori morali, che altri hanno ripetuto a noi, ma vivere quei valori, affrontare quotidianamente la realtà, le sue sfide, le sue incalzanti provocazioni mettendoci realmente alla sequela di quei testimoni di vita cristiana dal cui esempio siamo stati colpiti, facendo esperienza personale di ciò che il testimone mostra per diventare, a nostra volta, testimoni del nuovo gusto del vivere che Cristo introduce nel mondo.
Educare, in senso cristiano, vuole allora dire far emergere in noi e nelle persone che ci sono state affidate un "io" diverso. "Diverso" perchè cosi tanto sostenuto dal divino, dai valori presenti nel Vangelo, da diventare capace di realizzare anche quello che, umanamente parlando, il nostro io esige, ma non è capace di fare.
Pertanto, riferendoci più specificamente al bambino e all’adolescente, obiettivo dell’educazione è quello di formare un uomo che agisca e affronti la realtà sempre più autonomamente, mettendolo sempre più a contatto con gli aspetti dell’ambiente e lasciandogli, nel tempo, sempre più le responsabilità delle sue scelte, fino a quando la sua coscienza sarà "educata" a far da sè di fronte a tutto.
Alla base e, quindi, ancor prima dell’urgenza di tramandare dei valori, un educatore cristiano, un genitore, un catechista dovrà trasmettere l’esigenza di un significato ultimo : la realtà tutta ha un senso, la vita è un grande dono di Dio e ciascuno di noi non è solo ma, al di là dell’affetto e dell’amore dei familiari, è stato voluto da sempre da un Padre che lo ama, lo conosce, lo sostiene e, attraverso la realtà stessa, crea le occasione per entrare in rapporto con lui.
Di conseguenza, ai bambini e ai giovani si dovrabbe trasmettere il valore della preghiera come momento non di gioco, ma di quiete e armonia, come gesto di amore per Dio, per gli altri e soprattutto per se stessi, come appuntamento quotidiano in cui educare al valore della riconoscenza, della gratitudine, del perdono dato e ricevuto.
Sono numerosissimi i valori importanti da testimoniare e trasmettere attraverso l’educazione e qui ne ricordiamo solo alcuni: il bambino va rispettato nella sua libertà e unicità, va apprezzato per le sue capacità perchè acquisisca, crescendo, i valori del rispetto , della disponibilità, dello spirito di servizio; deve essere ascoltato, educato ad avere fiducia in se stesso, a non fermarsi davanti all’errore, alla difficoltà, alla fatica. Sarà importante offrirgli, nella nostra epoca di assoluto relativismo, saldi punti di riferimento, attraverso seri e motivati "no" che strutturino il suo cammino fisico e spirituale.
Infine, ricordiamo che le persone, ed in particolar modo i bambini e i giovani, ci osservano, osservano ciò che facciamo, che è espressione diretta e riconoscibilissima di quello che noi siamo.
Pertanto noi adulti, anche qualora scegliessimo di non averla, abbiamo comunque una grande responsabilità: quella di essere mediatori tra le giovani generazioni e il mondo.
Siamo noi il tramite per avvicinarli alle cose della vita.
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