Unitre Sanremmo, il 31 gennaio la lezione “L’Artista e la città”, tenuta da Cesira Ansaldo

2 febbraio 2014 | 17:46
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Unitre Sanremmo, il 31 gennaio la lezione “L’Artista e la città”, tenuta da Cesira Ansaldo

Davanti ad allievi più maturi (forse) ma comunque curiosi, la professoressa Ansaldo ha esposto un punto di vista e di riflessione originale basato sul pensiero del grande filosofo spagnolo Eugenio Trias, scomparso lo scorso anno

Venerdì 31 Gennaio 2014, ad Unitre Sanremo , la Sala degli Specchi di Palazzo Bellevue, ha ospitato Cesira Ansaldo, che come ha ricordato la Presidente Paola Forneris, ha insegnato Filosofia per 35 anni al Liceo Cassini di Sanremo.
Davanti ad allievi più maturi (forse) ma comunque curiosi, la professoressa Ansaldo ha esposto un punto di vista e di riflessione originale basato sul pensiero del grande filosofo spagnolo Eugenio Trias, scomparso lo scorso anno. Trias ha vissuto gran parte della sua formazione culturale in un paese, la Spagna soggetto ad una rigida dittatura, quella di Francisco Franco.
Forse anche per questo ha sviluppato la corrente culturale detta Filosofia del limite già fondata da Immanuel Kant. Di fronte alle verità assolute, Trias preferisce delle verità marginali un po’ come gli antichi romani intendevano il concetto di LIMES, non un confine netto ma zona intermedia in cui la loro influenza era minore. Questa filosofia del limite applicata al rapporto fra l’artista e la città diventa ancor più chiara con laspiegazione della professoressa Ansaldo e con la proiezione di numerose immagini di opere d’arte.

L’artista nella storia umana ha spesso incontrato difficoltà a comunicare con la società contemporanea. Addirittura Platone ne La
Repubblica ne teorizza l’espulsione dalla città in quanto ostacolo alla conoscenza, mentre nel Simposio arriva ad accettarlo in quanto produttore del Bello. Rari sono i periodi storici in cui la ricerca artistica va di pari passo con lo sviluppo della conoscenza, ed uno di questi è senz’altro lo splendido Umanesimo.
Qui gli esempi di artisti/scienziati/uomini pubblici sono numerosi, uno per tutti, il grande Leonardo da Vinci. Pico della Mirandola sosteneva ardentemente la compartecipazione dell’artista alla vita civile e molte opere pittoriche di Raffaello come la Madonna di Foligno e Lo sposalizio della Vergine mostrano figure prive di retorica ma realistiche ed inserite in un contesto naturale od urbano dettagliatamente raffigurato. Nella vita dell’artista i pericoli sono sempre in agguato ed infatti dopo l’Umanesimo torna un periodo di irrigidimento che porterà al rogo di Giordano Bruno ed al processo a Galileo, che mostreranno che l’ostacolo ala conoscenza non è certo l’arte. Ma anche con il successivo sviluppo scientifico ed industriale gli artisti si sentiranno spesso isolati
rispetto alla società . Da qui atmosfere romantiche e crepuscolari ben rappresentate dalle opere di Goethe e Thomas Mann, tutte tendenti seppur poeticamente al funereo (Faust, Morte a Venezia, Orpheus ecc.) . Sarà Nietsche con Così parlò Zarathustra ed il suo dirompente annuncio sula morte di Dio, a liberare gli artisti dalla sempre faticosa sintesi fra arte e religione, invitandoli a sciogliere le vele della propria ispirazione.

I risultati sono stati molteplici nel secolo scorso, fra cui non certo quello di avvicinare l’artista alla città come si diceva all’inizio. Gli
artisti mostrano nelle loro opere trasgressioni erotiche, body art, performance, futurismo che a volte rappresentano il mondo contemporaneo ed a volte ne sono travolti diventando essi stessi oggetti mercificati.
Tuttavia i contraddittori eccessi del novecento hanno ben rappresentato un secolo tumultuoso in cui l’arte non è più in attesa della morte come nel periodo romantico ma ha cercato la sua strada .
A simbolo positivo di quest’ultimo periodo la Prof.ssa Ansaldo ha mostrato due opere di Salvador D’Alì. La prima "Le Farfalle" rappresenta un piccolo uomo che con un retino cerca di cogliere enormi farfalle appese a dei mulini a vento, chiara rappresentazione in cu il pessimismo dell’artista ancora prevale.

La seconda "La persistenza della Memoria" , mostra come in un sogno, tre orologi deformati forse dal sole ed un quarto assalito dalle formiche , mentre sullo sfondo si vede un’aspra scogliera.
Questi simboli del tempo assoluto sembrano soccombere di fronte alla capacità del vero artista di essere portatore di passato, presente e futuro senza divisioni e soprattutto capace di valorizzare le frazioni di tempo per la loro qualità e non solo per la loro quantità.