“Sapere-Sapore”, a Sanremo una mostra sensoriale sul tema della floricoltura

La mostra si ispira al libro incompiuto di Italo Calvino Sotto il Sole Giaguaro, composto da tre racconti dedicati all’olfatto, al gusto e all’udito, per dar vita ad una serie di opere che, ispirandosi al tema della floricoltura nel ponente
Sarà inaugurata domani, venerdì 7 febbraio, alle 18 presso il Museo Civico di Palazzo Borea d’Olmo, la mostra Sapere-Sapore, curata dalle artiste Rebecca Ballestra e Rachela Abbate e realizzata in collaborazione con il Servizio Museo del Comune di Sanremo.
Si tratta di un evento che porta linguaggi espressivi sospesi tra arte contemporanea, letteratura e inserito nella programmazione di “Sanremo ricorda Italo Calvino a 90 anni dalla nascita” promossa dall’Associazione Pigna Mon Amour in sinergia con la Cooperativa CMC e con il sostegno del Comune di Sanremo – Assessorato alla Promozione Turistica ed Assessorato alla Cultura e della Regione Liguria.
La mostra si ispira, infatti, al libro incompiuto di Italo Calvino Sotto il Sole Giaguaro, composto da tre racconti dedicati all’olfatto, al gusto e all’udito, per dar vita ad una serie di opere che, ispirandosi al tema della floricoltura nel ponente ligure, utilizzano i sensi come strumenti percettivi e di fruizione emotiva. Il tema del sacrificio con i suoi risvolti nutritivi, il tema dell’odore con i suoi rimandi alla memoria e alla perdita sensoriale dell’uomo moderno, l’udito come sapere della tradizione orale, i tre sensi ispiratori dei tre racconti calviniani, a cui si aggiunge la vista come osservazione scientifica e capacità visionaria, sono alcuni degli strumenti che le due artiste utilizzano per interpretare il presente, il passato e il futuro della floricoltura locale.
Il tema del territorio come luogo della memoria, delle radici, come spazio di condivisione, e come una delle forme primordiali di cultura prende vita nella mostra attraverso opere di vario formato e tecnica: disegni, suoni, elementi naturali, odori e oggetti.
Le opere della mostra sono contestualizzate e in dialogo con la collezione permanente del museo, l’osservatore è invitato ad andare alla ricerca delle opere d’arte contemporanea, innescando quel processo di curiosità, desiderio, abbandono, tipico della percezione sensoriale, una mostra più da percepire che da vedere, fatta più di mancanze che di presenze, perché solo quando perdiamo qualcosa, come nel cosa della floricoltura nel ponete ligure ci accorgiamo della sua importanza.
Sapere-Sapore è una mostra che racchiude e sintetizza le parole di Calvino: “…il mio problema scrivendo questo libro è che il mio olfatto non è molto sviluppato, manco d’attenzione auditiva, non sono un buongustaio, la mia sensibilità tattile è approssimativa, e sono miope. Per ognuno dei cinque sensi devo fare uno sforzo che mi permetta di padroneggiare una gamma di sensazioni e sfumature. Non so se ci riuscirò, ma in questo caso come negli altri il mio scopo non è tanto quello di fare un libro quanto quello di cambiare me stesso, scopo che penso dovrebbe essere quella di ogni impresa umana. “, scopo che le due artiste condividono nel loro modo di fare e pensare l’arte.
Sapere-Sapore oltre ad essere il titolo con cui è apparso il racconto “Sotto il Sole Giaguaro” sulla rivista FMR del 1 giugno 1982, successivamente modificato per volere dell’autore, è un invito a riflettere sull’etimologia comune dei due vocaboli. Entrambi vengono infatti dal latino Sàpere, che significa “aver sapore”, a sottolineare il legame fortissimo tra percezione sensoriale e conoscenza.
L’esposizione sarà aperta da venerdì 7 febbraio a domenica 30 marzo, da martedì a sabato dalle ore 09.00 alle ore 19.00
Un nuovo appuntamento significativo delle celebrazioni per Italo Calvino a Novanta anni dalla nascita che conoscerà nelle prossime settimane significative tappe: è attesa per martedì 11 marzo una nuova azione del Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli con il titolo di “Sorprendenti giardini”: si svolgerà nel Centro storico ispirata alle vicende di un eroe sempre amatissimo creato dalla fantasia dello scrittore sanremese, Marcovaldo-. “…in mezzo alla città Marcovaldo va in cerca della natura…in cerca di un altrove”.
Dal 9 all’11 maggio avrà luogo uno stimolante fine settimana (organizzato in collaborazione con la Cooperativa Strade) rivolto a turisti (e residenti) che di propone di essere una interessante esperienza di turismo culturale sui luoghi di Italo Calvino con passeggiate e momenti di spettacolo.
Rebecca Ballestra
Artista e fotografa si diploma all’Accademia di Belle Arti di Firenze e studia presso la Facultad de Bellas Artes di Granada (Spagna). Dal 1994 espone in mostre collettive e personali in Italia ed all’estero. Frequenta seminari e workshop in diversi paesi europei e collabora con importanti Istituzioni Pubbliche come il Museo Archeologico di Rethymno (Grecia), il Museo di Arte Contemporanea L. Pecci di Prato (Italia), il Museo della Ceramica di Barcellona (Spagna), la Fondazione Picasso di Malaga (Spagna). Per diversi anni collabora con l’Associazione Umanitaria “Bambini in Emergenza” ed il giornalista Mino d’Amato in Romania. Dal 2003 prende parte a progetti e residenze d’arte internazionali, mostre e progetti di arte pubblica, specialmente in Europa, Asia e Medio Oriente. Il lavoro di Maria Rebecca Ballestra si fonda sulla rielaborazione e sulla reinterpretazione di tematiche sociali, politiche ed ambientali e sulla sintesi dei codici etno-culturali appresi durante numerose residenze d’artista realizzate in paesi geograficamente e culturalmente lontani. Le opere di Maria Rebecca Ballestra spesso nascono come progetti site e context specific e si servono dello spazio che li accoglie per potenziare la loro valenza comunicativa ed emozionale. Le tematiche a cui le opere si ispirano sono forti, complesse ed attuali: la denuncia delle leggi per la detenzione preventiva, del traffico illegale di bambini e di organi, della mercificazione del corpo, del consumo delle risorse naturali e del Earth Overshoot Day. I temi su cui riflette sono legati al doppio come emblema della circolarità dello sguardo, all’eco-sostenibilità e all’inquinamento e, più recentemente, al post-umano, al confine tra Natura e Scienza e tra naturale e artificiale. La sua ultima produzione, infatti, è orientata verso la percezione del futuro in relazione ai cambiamenti climatici e ai molteplici interventi dell’uomo all’interno dell’ambiente naturale e al senso di precarietà e di inquietudine che caratterizza questo nuovo millennio.
Rachela Abbate
Artista italo-tedesca, ha studiato filosofia alla Goethe Universität di Francoforte, Germania, e successivamente arte visiva all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Da alcuni anni la sua produzione artistica si concretizza in installazione site specific, fotografia, operazioni multi-mediali, e in progetti relazionali. Il suo lavoro si focalizza sull’influenza dello spazio sulla percezione e sui processi di pratiche sociali. Rachela ha collaborato con artisti, architetti e ricercatori in progetti e ricerche come Decolonizing Architecture in Cisgiordania, Palestina, investigando la possibilità di interventi nelle infrastrutture politiche. Rachela è una delle fondatrici di Bait al Karama, il primo centro per donne di Nablus, Palestina, come parte di un progetto relazionale, in cui si combinano operazioni artistiche, culturali e sociali basate sul modello di impresa sociale. A Rachela e Rebecca è stato assegnato recentemente il premio del Sea Art Festival-Busan Biennale 2013 in Busan, Corea, per la loro istallazione multi-mediale History in a Onggi.