Rievocazione della presenza a Sanremo di Papa Pio VII



Martedì 11 febbraio 2014 ricorrerà il 200° anniversario della presenza in Sanremo di Papa PIO VII, Barnaba Chiaromonti; i festeggiamenti
Martedì 11 febbraio 2014 ricorrerà il 200° anniversario della presenza in Sanremo di Papa PIO VII, Barnaba Chiaromonti.
Il Pontefice era stato fatto arrestare nel luglio 1805 dall’Imperatore Napoleone I, imprigionato a Savona per oltre due anni, quindi trasferito a Fontainebleau.
Dopo la campagna di Russia e la sconfitta a Lipsia, Napoleone decise di far riportare Papa Pio VII a Savona. Fatto un percorso assai tortuoso per evitare le zone ove stava montando un partito antibonapartista, il piccolo corteo papale, accolto ovunque da grande entusiasmo, giunse a Nizza il 9 febbraio ed a Sanremo l’11 febbraio 1814.
La Parrocchia di San Siro insieme alla Famija Sanremasca rievocheranno l’evento al quale parteciperà il Vescovo di Savona-Noli, Mons. Vittorio Lupi, il quale è stato autorizzato dal Vaticano nel 2007 ad instaurare la causa di beatificazione di Papa Pio VII.
Questo il programma della rievocazione:
Ore 18.00 – Ingresso processionale in San Siro delle Confraternite di Sanremo, Bussana, Ceriana con stendardo e torce e breve rievocazione storica della figura di Pio VII e del suo soggiorno a Sanremo
Ore 18.15 – Messa cantata celebrata dal vescovo Mons. Vittorio Lupi, Canto del Te Deum, del Tantum Ergo e solenne Benedizione. Presterà servizio la cantoria parrocchiale di Verezzo.
Pio VII nacque a Cesena il 14 agosto 1742 da famiglia di antica nobiltà romagnola.
All’età di 14 anni entrò nel monastero benedettino della sua città natale, con il nome di Gregorio. Studiò a Padova ed a Roma e divenne professore di teologia.
Nel febbraio 1775, con l’elezione a papa del concittadino Angelo Braschi, Pio VI, fu nominato priore dell’Abbazia di San Paolo fuori le mura. Il 16 dicembre 1782 fu nominato vescovo di Tivoli e il 14 febbraio 1785 ricevette la porpora cardinalizia e la cattedra vescovile di Imola. Dopo la morte di Pio VI, avvenuta il 29 agosto 1799 mentre era prigioniero della Rivoluzione Francese a Valence, i 35 Cardinali, quasi tutti italiani, vennero convocati in Conclave a Venezia, al tempo dominio austriaco.
Nel confronto tra due posizioni, una nettamente antifrancese ed una più conciliante, passarono tre mesi senza che si delineasse una soluzione. Il segretario del Conclave, Monsignor Ercole Consalvi, propose un terzo candidato: il vescovo di Imola Barnaba Chiaramonti che il 14 marzo 1800 fu eletto papa all’unanimità.
A luglio il nuovo Papa fece finalmente il suo ingresso a Roma e sùbito si concentrò sullo stato di anarchia in cui versava la Chiesa francese. Negoziò con Napoleone Bonaparte un Concordato sottoscritto il 15 luglio 1801. Dopo alcune esitazioni si convinse a celebrare il 2 dicembre 1804 la cerimonia di investitura ad imperatore di Napoleone il quale iniziò presto a non rispettare il Concordato.
L’attrito tra Francia e Papato montò rapidamente. Rotte le relazioni diplomatiche, l’11 maggio 1809 Napoleone annetteva tutti i territori dello Stato Pontificio. Papa Pio VII emise una bolla di scomunica contro gli invasori.
Nella notte del 5 luglio 1809 il Palazzo del Quirinale fu aperto con la forza dalle truppe del generale francese Miollis. Il Papa, richiesto di annullare la bolla di scomunica e di rinunciare al potere temporale, pronunciò la frase divenuta famosa: ”Non possiamo. Non dobbiamo. Non vogliamo”.
Il Pontefice fu perciò arrestato e tradotto prima a Grenoble, successivamente, passando per Nizza, il Colle di Tenda, Cuneo e Mondovì, a Savona ove giunse il 17 agosto. Dopo oltre due anni di prigionia, il 7 giugno 1812 Napoleone obbligò il vecchio ed infermo pontefice a trasferirsi a Fontainebleau, vicino a Parigi.
Qui il Papa il 25 gennaio 1813 accettò un nuovo Concordato a condizioni tanto umilianti da non riuscire a darsi pace cosicché il 24 marzo 1813 rigettò l’accordo e sfidò apertamente l’Imperatore dichiarando nulli tutti gli atti ufficiali compiuti dai vescovi francesi.
Napoleone, dopo la sconfitta subita a Lipsia il 19 ottobre 1813, decise di far ricondurre il suo prigioniero a Savona. Pio VII partì da Fontainebleau il 23 gennaio 1814.
Gli venne fatto fare un percorso tortuoso per aggirare la valle del Rodano ove era fervente il movimento antibonapartista. Pio VII giunse a Nizza il 9 febbraio, la sera dell’11 a Sanremo, il 16 finalmente a Savona. Qui seppe che i Francesi avevano lasciato Roma e vi rientrava il 24 maggio, accolto da una folla esultante.
Il 7 agosto 1814 ricostituì la Compagnia di Gesù, diede impulso all’attività missionaria ed dal Congresso di Vienna, al quale prese parte il Segretario di Stato Consalvi, ottenne l’abolizione della schiavitù in Europa.
Riformò l’amministrazione dello Stato Pontificio, stipulò Concordati con tutti gli Stati di religione cattolica, fu molto ospitale verso i Sovrani in esilio e dimostrò notevole magnanimità anche nei confronti della famiglia di Napoleone. Spirò in Roma il 20 agosto 1823 e fu sepolto in San Pietro.
Il 15 agosto 2007 la Santa Sede ha concesso alla Diocesi di Savona-Noli il nulla osta all’introduzione del processo di beatificazione di Papa Pio VII.
PAPA PIO VII A SANREMO
Di fronte alla penetrazione degli eserciti della Sesta coalizione in territorio francese, Napoleone decise di far ricondurre il suo illustre prigioniero, Papa Pio VII, a Savona.
Il Pontefice partì da Fontainebleau domenica 23 gennaio 1814, in forma privata, vestito da vescovo. Per aggirare la valle del Rodano, dove il fermento contro Napoleone era al culmine, il corteo fece un percorso tortuosissimo.
Per Orléans, Limoges, Toulouse, Montpellier, Aix-en-Provence giunse a Nizza la sera del 9 febbraio. Il lungo percorso si tramutò in un trionfo: folle esultanti si accalcarono in ogni città e piccolo borgo al passaggio dell’anziano papa.
A Nizza si trovava dal giorno 8 febbraio il Barone Tommaso Gio Batta Borea d’Olmo, Maire (Sindaco) di Sanremo, per partecipare alle operazioni di chiamata in massa della coscrizione del 1815.
Appresa la notizia dell’imminente arrivo del Papa si recò dal Prefetto che gli impartì l’ordine di rientrare immediatamente a Sanremo per predisporre quanto necessario per l’accoglienza dell’illustre personaggio.
Il Maire ottenne il permesso di restare sino alla sera successiva per poter “baciare il piede” del Papa ed offrirgli l’ospitalità nella sua casa, dietro promessa di partire per Sanremo nella notte. Intanto spedì un corriere con due lettere, una per la consorte con la quale la invitava a preparare la loro abitazione per ospitare il Papa, l’altra al Primo Aggiunto (Vice Sindaco) Laura dicendogli di assumere i necessari provvedimenti per riattare le strade e tutto quanto necessario per una degna accoglienza.
L’alba dell’11 febbraio, giorno nel quale Sanremo avrebbe ospitato il Vicario di Cristo, fu salutata dal suono di tutte le campane della città. Alle 4 pomeridiane il clero, le confraternite ed una infinità di popolo andò incontro al Papa sino ad Ospedaletti; alle 5 lo attendevano ai confini del Comune il Maire Tommaso Borea d’Olmo con gli Aggiunti e i Consiglieri Municipali, un Corpo di 100 membri della Guardia Nazionale e la Gendarmeria Imperiale.
Il Maire fece fermare la portantina, esternò al Pontefice la gioia della popolazione, baciò la mano del Papa che impartì la benedizione alle autorità, quindi in mezzo ad una folla immensa raggiunse la piccola chiesa di S.Rocco. Lì lo attendevano i Canonici della Cattedrale di San Siro che, reggendo il baldacchino sopra la portantina, lo scortarono cantando inni sacri nella Chiesa Madre.
La Chiesa di San Siro era illuminata da grandi ceri e “il suono delle campane, lo strepitio degli strumenti musicali, le acclamazioni dell’immenso popolo che domandava la benedizione interruppe a più riprese la religiosa salmodia” (Manoscritto Borea). Papa Pio VII, visibilmente commosso dalle dimostrazioni di affetto, intonò il Tantum Ergo, quindi salito all’altare impartì la triplice benedizione.
All’uscita della Chiesa erano schierate in due ali le Confraternite con torce accese lungo tutto il percorso dalla porta principale della Cattedrale sino all’ingresso del Palazzo Borea d’Olmo.
Salutati i familiari del Maire, il Papa prese alloggio nell’appartamento apprestatogli informando che si sarebbe fermato a Sanremo anche il giorno successivo.
Alle 9 di mattina del 12 febbraio il Papa celebrò la S. Messa assistito dai vescovi di Todi e di Foligno presenti a Sanremo, presente il Capitolo della Cattedrale. Quindi in un salotto nel quale era stato allestito un trono ammise al ”bacio del piede” il clero, tutte le autorità, le Guardie Nazionali, i militari ed una infinità di gente comune. Ciò per tutta la giornata, a parte due ore di riposo nel primo pomeriggio. Nella strada la gente festante chiedeva di vedere il Papa tanto che questi, disceso dal trono, si accostò alla finestra del salone, rimirò compiaciuto la calca e impartì la sua benedizione.
Il Colonnello della Gendarmeria che lo accompagnava pensò di farlo viaggiare il giorno successivo per mare al fine di evitare la confusione di popolo.
Approntata una imbarcazione, il 13 mattina il Papa si imbarcò. Spirava però un forte vento di levante tanto che la piccola nave, un gozzo, rientrò tosto a terra.
Il Papa fu ricondotto a palazzo Borea per potersi ristabilire, quindi partì con la portantina. Passò davanti al convento delle monache della Visitazione (attuale piazza Colombo), che erano tutte sulla porta.
Il Papa si fermò, si alzò dalla bussola e impartì la sua benedizione.
Quindi salutate le autorità si avviò verso Porto Maurizio, non mancando di sostare, lungo la strada, alla Chiesa dedicata all’Annunziata, nella grotta dell’Arma.