”Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono, poi vinci (Gandhi)
Alla ricerca del riconoscimento storico-culturale per aver riportato all’attenzione nazionale ed internazionale di un grande artista dell’800 italiano e di levatura mondiale, quale Pompeo Mariani
Non mi chiamo Flavio Caroli o Philippe Daverio o Achille Bonito Oliva o Vittorio Sgarbi o Fernando Mazzocca o Marco Goldin, tanto per citare i più noti critici e storici dell’arte italiani che vanno per la maggiore; chiedo solo mi venga riconosciuto il merito storico-culturale di aver riscoperto e riportato all’attenzione nazionale ed internazionale, un grande artista dell’800 italiano e di levatura mondiale, quale Pompeo Mariani, grazie alle centinaia di mostre ed Esposizioni Universali a cui partecipò in vita.
Lo voglio ribadire prima che altri facciano propria questa riscoperta. Io e la mia famiglia abbiamo voluto conservare, a tutti i costi, con sacrificio enorme, la sua Villa, il suo Atelier ed il relativo Parco, dove nel 1884 dipinse Claude Monet e che oggi è la parte più estesa, ancora sopravvissuta, dell’antico Giardino Moreno.
Finalmente tale struttura è considerata dagli esperti del settore, un qualcosa di: "Unico, inimitabile e straordinario", degna di divenire "patrimonio dell’umanità".
Ho avuto la fortuna di conoscere ancora in vita tre grandi artisti del contemporaneo italiano e per questo debbo ringraziare lo scomparso Prof. Franco Sborgi, importante docente dell’Università di Genova, quali Giuseppe Allosia, Arnaldo Esposto e Giannetto Fieschi, che mi riprometto di valorizzare nel modo dovuto, essendo artisti di grandissima levatura.
Basti pensare che la pittura di Giuseppe Allosia venne spesso paragonata a quella di Jackson Pollock, mentre i rilievi estroflessi di Arnaldo Esposto, nulla hanno ad invidiare a quelli di Agostino Bonalumi e Enrico Castellani e poi Giannetto Fieschi, che a detta di Flavio Caroli "è uno dei precursori della pop-art ed uno degli esponenti principali della figurazione sociologico-esistenziale".
Conoscenza che me li ha fatti apprezzare non solo sotto il profilo artistico, ma anche sotto l’aspetto umano ed esistenziale.
In tutti questi anni e precisamente dal 1998 si è fatto il possibile e l’impossibile per metterci una pesantissima zavorra ai piedi ed impedirci di spiccare il volo.
Abbiamo lottato per non essere sopraffatti e per impedire di essere derubati non solo dei beni materiali ma anche delle nostre idee. Purtroppo non è ancora finita, ma siamo fiduciosi che si aprano nuovi orizzonti.
Proprio ieri a Forlì ha aperto i battenti una grande Mostra sul Liberty italiano che proseguirà fino al mese di giugno e guarda caso in questa esposizione sono presenti i ferri battuti di Alessandro Mazzucotelli, i mobili di Carlo Zen e di Eugenio Quarti, ferri e mobili che adornano ancora oggi Villa Pompeo Mariani, in numero considerevole.
Ho voluto scrivere tutto questo perchè credo sia giunto il momento di dare giusto peso al nostro lavoro e che Villa Pompeo Mariani sia considerata una carta vincente, insieme ad altre realtà culturali della nostra provincia, della nostra regione e non solo.
Carlo Bagnasco
Presidente Fondazione Pompeo Mariani