Manca l’ascensore: a rischio il centro raccolta sangue della Croce Rossa di Ventimiglia

17 febbraio 2014 | 17:20
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Manca l’ascensore: a rischio il centro raccolta sangue della Croce Rossa di Ventimiglia

“Dal 28 febbraio partirà un nuovo corso per volontari, a cui dobbiamo la nostra efficienza”, dichiara il dottor Vecchietti. “Rimane il problema del centro donatori sangue che rischia la chiusura per un cavillo burocratico, la mancanza di un ascensore”

Il dottor Massimo Vecchietti, ex direttore del dipartimento di emergenza dell’Asl2 savonese, ex specialista di rianimazione all’ospedale San Paolo di Savona e da novembre 2013 commissario del comitato della Croce Rossa di Ventimiglia, fa il punto della situazione dopo tre mesi di gestione: “Sono felice di annunciare che la sede di Ventimiglia ha recuperato il 100% dell’operatività e la copertura della zona assegnata 24 ore su 24, dopo un lungo periodo in cui ha dovuto ridurre fortemente la propria presenza sul territorio, avendo impegnato gran parte delle energie per fornire assistenza ai migranti provenienti dal nord Africa che dal 2011 al 2012 hanno si sono fermati nell’area di Ventimiglia”.

La nomina commissariale di Massimo Vecchietti era stata infatti motivata per risolvere i problemi logistici e organizzativi che la sede della Croce Rossa ventimigliese stava attraversando nel corso dell’anno 2013.

“Dobbiamo il merito di essere ritornati ad essere efficienti anzitutto ai volontari” – sottolinea il dottor Massimo Vecchietti – “ed è proprio perché un’associazione come la nostra vive del loro operato che il 28 febbraio partirà un corso di reclutamento per nuovi volontari”.

Il dottor Vecchietti fa inoltre notare come la sede ventimigliese della Croce Rossa abbia al suo interno un centro di raccolta sangue – una caratteristica che la rende unica in Italia – che tuttavia rischia di essere chiuso per un banale cavillo burocratico: “Stiamo combattendo contro una burocrazia cieca che potrebbe chiudere il nostro centro a causa della mancanza di un ascensore per i disabili” – spiega Massimo Vecchietti – “l’ambulatorio per i donatori di sangue di trova al primo piano di un edificio del 1924 che rende estremamente complicata l’installazione di un ascensore. Aggiungo che i disabili donatori di sangue sono statisticamente rarissimi, in ogni caso ci siamo organizzati per predisporre un trasporto in ambulanza presso un altro centro di raccolta sangue qualora dovesse presentarsi un disabile, ma questo non è bastato”.