Luoghi di culto islamici nei territori liguri
“Non tutti conoscono lo spirito di tolleranza e di accoglienza, se pur contemperato dalla necessità di salvaguardare interessi ben maggiori, che si respirava a Genova e nel resto Liguria tra il XVI e il XVIII secolo”, scrive Pierluigi Casalino
Genova e la Liguria rappresentarono, tutto sommato, una rara eccezione: si può dire anzi che solo nei territori della Superba il paesaggio urbano conobbe la realtà della moschea – a Genova, ma anche nelle Riviere, si dice che ne sorgessero decine, forse improvvisate – come luogo di culto autorizzato – anche se si ha notizia certa di una sola costruita intorno al 1600 nella darsena e rimastavi fino a tutto il XIX secolo; al tempo stesso era riconosciuto il diritto di seppellire i morti musulmani, in particolare, in cimitero (o cimiteri) separato, mentre altrove era previsto che i cadaveri degli infedeli venissero dati alle fiamme gettati in mare.Del resto tracce o ricordi di professioni religiose islamiche in tema di culto e di cimiteri sono rimaste a seguito degli insediamenti che, se pur brevemente, si stabilirono nella Liguria di Ponente da Ceriale a Diano, fino all’estremo Ponente, entroterra compreso, tra il IX e il X secolo.I vecchi liguri hanno sempre fatto cenno a un complesso di memorie e di tradizioni orali che forse ai giorni nostri sarebbero da approfondire. Anche tali aspetti testimoniano la naturale propensione dei liguri a non farsi mai trascinare in comportamenti eccessivi, mantenendo sempre un giusto equilibrio.
Pierluigi Casalino