Luoghi di culto islamici nei territori liguri

9 febbraio 2014 | 11:59
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Luoghi di culto islamici nei territori liguri

“Non tutti conoscono lo spirito di tolleranza e di accoglienza, se pur contemperato dalla necessità di salvaguardare interessi ben maggiori, che si respirava a Genova e nel resto Liguria tra il XVI e il XVIII secolo”, scrive Pierluigi Casalino

Che Genova e la Liguria fossero le porte del Mediterraneo e dell’Oriente è universalmente noto. Non tutti conoscono lo spirito di tolleranza e di accoglienza, se pur contemperato dalla necessità di salvaguardare interessi ben maggiori, che si respirava a Genova e nel resto Liguria tra il XVI e il XVIII secolo. Aldilà delle situazioni conflittuali e delle scorrerie cheinteressarono le riviere, Genova e la nostra terra ligure, come si vide anche in occasione della stagione repressiva dell’Inquisizione nei confronti della cosiddetta stregoneria, diedero prova, in quel periodo storico, di grande apertura e di ammirevole disponibilità di dialogo verso i fedeli di religione ebraica e islamica. Circostanza resa ancor più felice, di fronte alla deriva persecutoria al limite della pulizia etnica verificatasi in Spagna e in altri Paesi, con la deportazione forzata di marrani o ebrei sefarditi – la presenza ebraica a Genova fu importante da sempre però -e di moriscos musulmani in direzione delle coste nordafricane e francesi.

Genova e la Liguria rappresentarono, tutto sommato, una rara eccezione: si può dire anzi che solo nei territori della Superba il paesaggio urbano conobbe la realtà della moschea – a Genova, ma anche nelle Riviere, si dice che ne sorgessero decine, forse improvvisate – come luogo di culto autorizzato – anche se si ha notizia certa di una sola costruita intorno al 1600 nella darsena e rimastavi fino a tutto il XIX secolo; al tempo stesso era riconosciuto il diritto di seppellire i morti musulmani, in particolare, in cimitero (o cimiteri) separato, mentre altrove era previsto che i cadaveri degli infedeli venissero dati alle fiamme gettati in mare.Del resto tracce o ricordi di professioni religiose islamiche in tema di culto e di cimiteri sono rimaste a seguito degli insediamenti che, se pur brevemente, si stabilirono nella Liguria di Ponente da Ceriale a Diano, fino all’estremo Ponente, entroterra compreso, tra il IX e il X secolo.I vecchi liguri hanno sempre fatto cenno a un complesso di memorie e di tradizioni orali che forse ai giorni nostri sarebbero da approfondire. Anche tali aspetti testimoniano la naturale propensione dei liguri a non farsi mai trascinare in comportamenti eccessivi, mantenendo sempre un giusto equilibrio.

Pierluigi Casalino