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Casa appuntamenti in via Amendola, affidata perizia per trascrizione intercettazioni

4 febbraio 2014 | 15:34
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Casa appuntamenti in via Amendola, affidata perizia per trascrizione intercettazioni

Nel corso dell’udienza odierna è stato affidato al perito Leonzio Gobbi l’incarico di procedere alla trascrizione di circa 100 intercettazioni telefoniche, tra sms e conversazioni, estratte dall’utenza del cellulare dell’accusata

E’ tornato in aula stamani, in tribunale a Imperia, davanti al giudice Anna Bonsignorio e al pm Alessandro Bogliolo, il processo in rito immediato – procedura richiesta dal pm – che vede sul banco degli imputati Elena Bianchimani, 58 anni, imperiese, accusata di avere organizzato una casa di appuntamenti, in un appartamento di via Amendola ad Oneglia, di cui la donna era titolare del contratto di affitto insieme ad una coinquilina. Deve rispondere di sfruttamento della prostituzione.

I fatti risalgono al periodo tra gennaio e maggio 2013, quando una perquisizione dei carabinieri, effettuata dopo una serie di appostamenti ed intercettazioni telefoniche, ha posto fine all’attività, che vede coinvolte (come eventuali parti offese), oltre alla Bianchimani, anche due ragazze provenienti dall’Europa dell’Est che condividevano l’appartamento di via Amendola.

Nel corso dell’udienza odierna è stato affidato al perito Leonzio Gobbi l’incarico di procedere alla trascrizione di circa 100 intercettazioni telefoniche, tra sms e conversazioni, estratte dall’utenza del cellulare dell’accusata. Le intercettazioni saranno a disposizione del giudice nella prossima udienza, fissata per il prossimo 15 ottobre, giorno in cui saranno ascoltati anche 7 testimoni dell’accusa e le due coinquiline.

Nei mesi scorsi erano stati ascoltati dai Carabinieri alcuni clienti che hanno riconosciuto come la Bianchimani effettuasse soltanto massaggi.

La linea difensiva è improntata sul fatto che i rapporti che intercorrevano tra lei e le due ragazze riguardavano soltanto la divisione delle spese di “gestione”, che venivano suddivise fra le tre occupanti dell’appartamento: la Bianchimani avrebbe provveduto alle spese abitative e le due ragazze alle spese “pubblicitarie”, ovvero gli annunci sul giornale.

Elena Bianchimani è difesa dagli avvocati Mario Tropini e Sandro Lombardi.