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Zoccarato e il rispetto del patto di stabilità, considerazioni di un lettore

1 gennaio 2014 | 20:52
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Zoccarato e il rispetto del patto di stabilità, considerazioni di un lettore

“E’ stata fatta un’ acrobazia finanziaria per non mandare Sanremo in malora. Visto che i tentativi di vendita, e quindi di incasso, di alcuni beni comunali erano svaniti come neve al sole”

Egregio Direttore,
approfitto della giornata festiva del primo dell’anno per intervenire in questa rubrica a riguardo della conferenza stampa di fine anno del nostro “caro” Sindaco Sig. Zoccarato. A dire il vero, era nelle mie intenzioni scriverLe queste mie considerazioni la sera stessa della lettura dell’articolo relativo alla conferenza stampa, ma quasi certamente, conoscendomi, sarei andato giù pesante, sull’onta emotiva di ciò di assurdo che avevo letto.
L’indomani mattina, martedì, era poi un autentico sbellicarsi dalle risate leggere la locandina del Secolo XIX con il titolo “Zoccarato: ho salvato il Comune”. A me che passavo dinnanzi all’edicola è subito venuta in mente un simpatico KingZocc vestito da Paperinik che salva la città. (Non ci resta, cari amici, che da ridere).

Probabilmente, tra i valenti funzionari del Comune, nessuno ha pensato a spiegare al Rag. Zoccarato che, quando si chiede ad una banca lo sconto di una fattura commerciale, tale operazione viene effettuata dalla banca (sempre salvo buon fine) previo pagamento di un tasso di sconto proporzionale all’anticipo temporale con il quale si chiede la somma. Si può immaginare la Rai come la nostra banca di cui sopra: la tivù di Stato ha si , di fatto, finanziato il Comune previo anticipo della somma dovuta nel 2014, ma a fronte di detta operazione di sconto fattura si è trattenuta una parte dell’importo quale tasso di sconto. Dei 7 milioni di euro che la Rai doveva versar, ne sono entrati nelle casse comunali soltanto 6 milioni 790mila quindi con uno sconticino di 210.000 euro.
E questo per aver anticipato l’erogazione di qualche mese.
Il gesto eroico del Sindaco ha permesso alla città di restare nei confini del famigerato patto di stabilità, già oggetto di una splendida performance sul palco dell’Ariston da parte dello stesso. Nel suo discorso, il Sindaco magnificava gli effetti di tale risultato: sarà possibile fare assunzioni (olé, i vigili saranno finalmente in numero sufficiente alle esigenze del comando), terminare il piano di
riasfaltatura delle vie cittadine (così da aprire 4 cantieri alla volta in città per tenere buono lo stress degli automobilisti), sistemare i marciapiedi fatiscenti e rotti (così abbasseremo l’incidenza di anziani che si recano al pronto soccorso dopo una caduta), riparare quelle fognature che, puntalmente, ad ogni inizio di stagione balneare riversano in mare la cacca della città (con buona pace dell’Assessore Fera, che non dovrà più passare le giornate a Portosole a fare la guardia ai lavori).

In caso contrario, se il patto non fosse stato rispettato si sarebbe dovuto dichiarare il “default” della città, ovvero il fallimento (e, non chiamandoci Roma, il governo non avrebbe emesso un apposito decreto salva-sanremo) con nefaste conseguenze su aliquote comunali IRPEF, sulla TARES, sulle rette dei già carissimi asili nido, sulle ancora più vergognose tariffe delle mense scolastiche (con il
risultato che un pasto alla mensa del pargolo ci sarebbe costato come un pranzo all’Hotel des Paris di Montecarlo, visto che già si paga un buono altissimo in proporzione a quanto cibo consuma un esserino di 5 anni) e con tutti i cittadini costretti a pagarsi per intero i servizi comunali (ma la TARES non deve coprire già il 100% del costo smaltimento rifiuti e dei servizi cosiddetti indivisibili? Cosa vogliono, che facciamo noi cittadini il bonifico al 27 ai dipendenti comunali?) Cavalcare l’onda del non innalzamento della pressione fiscale, unica e sola città in Liguria, pare essere una moda che ha contagiato ( e non c’è vaccino) anche i nostri amministratori, come tanti altri che siedono sugli scranni romani. Penso che, ormai, nessuno ci creda più, a meno di non vedersi recapitare un assegno di rimborso della tassa della rumenta.

Comprendo la frenesia del momento del Sindaco, con tutti i giornalisti e telecamere intorno a lui in quella mattina, dove aveva dinnanzi anche i rappresentanti delle locali associazioni di categoria, ma tra le prime conseguenze del non rispetto del patto si è “scordato” di menzionarne una: egli non si sarebbe potuto ricandidare ad un secondo mandato, assieme a tutti i suoi sodali. E quindi, meglio far
tornare i conti visto che a primavera si va al voto.
Di fatto, il prossimo anno non si potrà andare di nuovo da mamma Rai a bussare per una mancietta visto che da quel piatto si è già pranzato. Quindi, i denari che vengono incassati oggi mancheranno domani, e magari a qualcuno verrà in mente di pescare nelle solite tasche….Ed inolte, lo sconto priva la città di risorse che si potevano investire sul territorio.
Si è fatto un po’ come la massaia che nasconde la polvere sotto il tappeto: alla fine, il mucchio esce fuori, si è soltanto rinviato il problema. Problema che, nel caso in cui KingZocc non ottenga un secondo mandato, sarà tutto nelle mani del suo povero successore (c’è da scommettere che con tale tegola sulla testa ci sarà una corsa a fare il Sindaco…) a cui mancheranno circa 7 milioni di entrate.
Inoltre, trovo profondamente scorretto firmare, in scadenza di mandato amministrativo, una Convenzione per il Festival che impegna gli anni a venire, e quindi altre possibili Amministrazioni.

E questo sia nel caso che tale firmetta sia messa dalla Giunta (gravissimo errore) sia che sia messa dal Consiglio per intero. Ma si sa, a volte la legge non è così pratica come siamo noi cittadini e chiede di porre in essere degli atti che, ragionandoci, non hanno molto senso. A rigor di logica, la Convenzione in essere dovrebbe scadere a fine 2014, in modo tale che dal 01/01/2015 sia la nuova Amministrazione a prendersi il carico di tale atto a seguito di una discussione con la Rai iniziata proprio dalla futura Amministrazione. Un po’ come se il consiglio di amministrazione della Fiat vincolasse il suo successore ad una fusione con la Volkswagen, fatta perdipiù al ribasso economico. Certo, come ha detto Zoccarato la Rai tende a pagare sempre meno i posti che ospitano i suoi eventi televisivi (infatti è saltata Salsomaggiore e la sua Miss Italia); evocare poi, dinnanzi alle associazioni di categoria, lo spettro di un trasferimento del Festival al Teatro delle Vittorie è stato un vero colpo di teatro. Ma il marchio “Festival della Canzone Italiana di Sanremo” non era stato registrato? Quanto incassa, ogni anno, la Rai dalla pubblicità durante le serate del Festival?
Comprendo la crisi economica, ma scendere dai 9 milioni di qualche anno fa ai 5 milioni del 2017 è una perdita secca per la città quasi della metà.

Abbiamo “salvato” il mercato dei Fiori, passato dalla gestione UcFlor a quella di Aamaie Energia: una notizia sensazionale, esistono ancora i Fiori ed un mercato! Sarebbe il caso di riferire la cosa ai dipendenti licenziati dai magazzini di fiori del circondario perché mancava il lavoro. E di estendere la novella ai coltivatori, affinchè provvedano a riaprire le serre ormai abbandonate, che riducono le
nostre colline ad una sorta di discarica a cielo aperto di alluminio e vetro. La realtà, che forse alcuni preferiscono non vedere, è che su questo, come su altri comparti, si è perso terreno, e tanto, rispetto a paesi concorrenti, terreno che ormai è difficile recuperare visto che, per farlo, servono forti investimenti.

E’ stata fatta un’ acrobazia finanziaria per non mandare Sanremo in malora. Visto che i tentativi di vendita, e quindi di incasso, di alcuni beni comunali erano svaniti come neve al sole.
Non si è pensato, ad esempio, a non rinnovare la locazione dell’attuale sede dei vigili per utilizzare, ad esempio, Villa Mercede che, in quanto bene comunale, non chiede locazione; si è tentato però di vendere in un momento in cui è difficile anche piazzare una cantina…..
La conferenza dei capigruppo di ieri ha “censurato” la delibera di Giunta sulla Convenzione, chiedendo lumi. Nel frattempo, il bonifico di mamma Rai è arrivato e il nostro maghetto HarryZocc può dire di aver sconfitto il malefico Lord Stabilità semplicemente facendo di conto. Se la Convenzione non dovesse venire approvata nella forma capestro predisposta dalla Rai (immagino la genuflessione dinnanzi ai sacri vertici, con tanto di bacchettata di redenzione sulla capoccia per portare la pergamena vergata a mano a Palazzo Bellevue) toccherà fare un bonifico al contrario. Con buona pace del bilancio, del patto, delle future candidature.
Lo sconto, e la Convenzione al ribasso, fa un danno alla città: qualunque cittadino, in quanto toccato nel suo primario interesse di una gestione della casa pubblica che sia sana e guidata dal buon senso del padre di famiglia, potrebbe a ragion veduta chiedere lumi alla autorità giudiziaria.

Quando tale delibera verrà votata, si informino i votanti della definizione di danno erariale, ovvero del danno sofferto dall’ente pubblico a causa dell’azione o dell’omissione di un soggetto che agisce per conto della Pubblica Amministrazione. La Corte dei Conti ha esteso la nozione di danno erariale oltre la lesione di elementi puramente patrimoniali, fino a comprendervi la violazione di interessi pubblici giuridicamente protetti configurandovi anche il “Danno all’economia” inteso come lesione dell’interesse generale teso alla salvaguardia e progresso dell’economia. E’ quantomeno necessario tutelare il buon andamento dell’azione amministrativa, impedendo che l’organo comunale agisca in violazione di legge. Purtroppo, il nostro ordinamento vigente non ammette l’azione popolare che comporti una forma di controllo generalizzato sulla pubblica amministrazione.

Vorrei poi, in ultimo, in ultimo ricordare un insegnamento importante lasciatomi in dote dal caro amico Giovenale Bottini, mancato proprio nel corso del 2013: egli amava dire che il miglior sindaco è colui che non si stanca di fare le prove marciapiede, che sono il miglior indice di gradimento che si può avere. Certo, uscire dal palazzo potrebbe dire ricevere rose ma anche qualche spina.
Ma sarebbe il caso di fare meno autoproclami, meno show e mega spot autoreferenziali in vista delle elezioni, avendo l’umiltà di dire che si è speso di più del dovuto perché, sotto elezioni, bisognava far vedere che qualcosa si era fatto (visto che nei primi anni di mandato si era concentrati su “Vacanze Romane”). Se davvero si volesse bene a questa città, si ammetterebbe qualche errore compiuto ricordandosi che, alla prima esperienza amministrativa, qualche errore ci sta anche per inesperienza, ammetterlo non è un dramma ma riconoscerlo è da veri condottieri.
Saluti e auguri a tutti i colleghi lettori.