Vendita della Caserma Camandone, il dissenso di Rifondazione Comunista

15 gennaio 2014 | 13:22
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Vendita della Caserma Camandone, il dissenso di Rifondazione Comunista
Vendita della Caserma Camandone, il dissenso di Rifondazione Comunista
Vendita della Caserma Camandone, il dissenso di Rifondazione Comunista

“La vendita di quella struttura è da auspicarsi solo se tornerà ad essere utilizzata dalla cittadinanza: così com’è oggi non serve proprio a nessuno”

Lo stato vuole vendere la caserma Camandone a trattativa privata entro il 2014. Questo è quanto previsto dal decreto del 23 dicembre 2013: certo che come regalo di Natale non poteva essere peggiore.
Si assiste ad una serie di prese di posizione di tanti “soloni” la cui unica volontà è quella di poter mettere le mani sull’affare, ciascuno ergendosi a paladino del patrimonio pubblico, quando invece sono proprio loro che per primi svendono e smantellano quando di “pubblico” resta nei loro comuni.

Se i signori Chiappori, Za Garibaldi e soci volevano essere partecipi delle scelte sul futuro dell’area della caserma dovevano candidarsi alla guida del comune di Diano Castello o favorire l’aggregazione dei comuni del golfo dianese senza prevaricazioni (così come invece traspare nella proposta di un “Comune Unico”) di un comune sull’altro e, sopratutto, senza smantellamento dei servizi ai cittadini.
La vendita di quella struttura è da auspicarsi solo se tornerà ad essere utilizzata dalla cittadinanza: così com’è oggi non serve proprio a nessuno.
La preferenza per l’acquisto è da sperare che avvenga da parte di un consorzio di comuni unitamente ad altri enti pubblici così da formulare delle ipotesi di destinazione d’uso che giovino all’intera cittadinanza, alla promozione turistica, alla bonifica ambientale e non alla solita colata di cemento residenziale!
Siamo direttamente interessati alle finalità che quest’area deve assolvere. Da tempo abbiamo proposto per quell’area un destino polifunzionale: centro congressi con sala multimediale/ auditorium; una struttura sportiva polivalente, un parco urbano per tutelare il patrimonio di verde esistente nell’area ed una contestuale area per concerti estivi, un ostello per la gioventù quale attrattiva del turismo giovanile, una sede per le varie associazioni sia di volontariato che ad indirizzo politico che agiscono nel comprensorio, infine un Campus Universitario Internazionale. Queste, a nostro parere, sono le priorità da attuare e che a tale indirizzo cercheremo di portare alla discussione dell’amministrazione di Diano Castello, unica vera assemblea comunale che può incidere sulla destinazione futura della caserma.

La nostra contrarietà totale a costruire anche solo in parte una serie di insediamenti commerciali di privati viene dalla convinzione che ciò non porterebbe alcun beneficio alla ripresa economica di tutto il comprensorio dianese.
Trasformare quella realtà in uffici, anche se comunali, oppure, come inizialmente previsto, in un “centro benessere” con piscine termali ci pare una soluzione poco sostenibile che aprirebbe all’ennesima riconversione in speculazione edilizia residenziale.
La condizione che l’area della caserma risponda alle proposte qui ripresentate da Rifondazione Comunista è una delle condizioni prioritarie per la confluenza in liste per le prossime amministrative dei comuni del dianese.

Partito della Rifondazione Comunista
Circolo Dianese
Il direttivo