Un lettore ricorda Giovanni Ermiglia, fondatore dell’Assefa, nel decimo anniversario della scomparsa
Nei suoi primi anni di attività l’associazione collabora attivamente con il Movimento Sviluppo e Pace e con il Serming, due importanti realtà del volontariato torinese guidate, rispettivamente, da Giorgio Ceragioli e da Ernesto Olivero
I terreni donati erano però in buona parte aridi e abbandonati da anni e i potenziali beneficiari non disponevano dei mezzi tecnici ed economici necessari per metterli a coltura. Ermiglia ha l’idea di raccogliere in Italia i fondi necessari perché alcune famiglie di contadini potessero avviare la coltivazione di questi terreni rendendosi così economicamente indipendenti. L’iniziativa ottiene un buon successo e vengono costituiti vari gruppi di volontari a supporto delle Sarva Seva Farms (letteralmente "fattorie al servizio di tutti"), le realtà rurali che in India davano attuazione concreta al movimento del Bhoodan. Nei suoi primi anni di attività l’associazione collabora attivamente con il Movimento Sviluppo e Pace e con il Serming, due importanti realtà del volontariato torinese guidate, rispettivamente, da Giorgio Ceragioli e da Ernesto Olivero. L’impegno di Ermiglia per l’Assefa diventa molto intenso e i soggiorni in India si susseguono con frequenza fino agli anni novanta, allargandone il campo d’azione; nel 1995 i vari gruppi locali vengono ufficialmente unificati in una ONG nazionale denominata Assefa Italia. Negli ultimi anni l’età avanzata una lunga malattia ne rallentano l’attività, portata però avanti da numerosi collaboratori e amici. Le sue sostanze sono state affidate per disposizione testamentaria alla fondazione Livia Rubino e Giovanni Ermiglia, creata allo scopo di proseguirne l’attività.