Sappe: “Altro che leggi svuota-carceri. In Liguria più detenuti oggi del 2010”

4 gennaio 2014 | 16:55
Share0
Sappe: “Altro che leggi svuota-carceri. In Liguria più detenuti oggi del 2010”

“Si varano provvedimenti che impropriamente si definiscono svuota-carceri ma in realtà la situazione di affollamento dei penitenziari è sempre grave, a danno del lavoro dei poliziotti penitenziari che in Liguria sono circa 400 meno rispetto al previsto”

Più detenuti oggi in Liguria che nel dicembre 2010. E questo nonostante ben 3 provvedimenti legislativi impropriamente definitivi svuota-carceri. E’ quel che emerge da uno studio sulle presenze nelle carceri della Liguria realizzato dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri del Corpo.

“Ogni tanto si varano provvedimenti che impropriamente si definiscono svuota-carceri ma la realtà è che la situazione di affollamento dei penitenziari è sempre drammaticamente grave, a tutto danno del lavoro dei poliziotti penitenziari che in Liguria sono circa 400 meno rispetto al previsto”, spiega Roberto Martinelli, segretario generale aggiunto del Sindacato Autonomo PoliziaPenitenziaria (SAPPE). “Basta un dato: il 31 dicembre 2010 i detenuti in Liguria erano 1.675 e, nonostante tre leggi presunte ‘svuota-carceri’ i detenuti, lo scorso 31 dicembre 2013, erano 1.703. Ed altri 1.125 scontano una pena sul territorio attraverso le misure alternative alla detenzione, tra i quali 279 ammessi ai lavori di pubblica utilità in alternativa a carcere per violazioni al Codice della strada. E va sottolineato che della legge sulla detenzione domiciliare che permette di scontare ai domiciliari gli ultimi 18 mesi di pena se ne sono avvalse 499 persone, 332 uscendo dal carcere e 167, giudicate colpevoli, direttamente dalla libertà”.*

Dai dati diffusi dal SAPPE emerge che resta sempre alta la percentuale di detenuti tossicodipendenti e stranieri in Liguria mentre bassissima è la percentuale di coloro che lavorano durante la detenzione.

*“Questo è anche il risultato delle politiche penitenziarie regionali degli ultimi 10 anni sbagliate, che hanno lasciato solamente al sacrificio ed alla professionalità delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria la gestione quotidiana delle sovraffollate carceri liguri. Politiche che, ad esempio, non hanno favorito il lavoro in carcere e l’impiego dei detenuti per il recupero del patrimonio ambientale ligure – pulizia spiagge, sentieri ed alvei dei fiumi – e la formazione e l’aggiornamento professionale della Polizia penitenziaria (come l’insegnamento delle lingue stranieri) rispetto ad una popolazione detenuta prevalentemente extracomunitaria. Ma va anche detto che il Parlamento, su questo scandalo delle sovraffollate carceri italiane nelle quali il 40% dei detenuti è in attesa di un giudizio definitivo, ignora persino l’autorevole messaggio alle Camere del Capo dello Stato dell’8 ottobre scorso sulla situazione carceraria. Noi, come SAPPE, ribadiamo di non credere** che amnistia e indulto, da soli, possano risolvere le criticità del settore carceri. **Quello che serve sono vere riforme strutturali sull’esecuzione della pena: lavoro in carcere per i detenuti, espulsioni degli stranieri, detenzione in comunità per i tossicodipendenti ed alcooldipendenti che hanno commesso reato in relazione al loro stato di dipendenza. La realtà oggettiva è che le carceri restano invivibili, per chi è detenuto e per chi ci lavora. Non si può pensare, come invece ha fatto l’Amministrazione Penitenziaria, che per migliorare la vivibilità in carcere basta consentire loro unicamente di girare liberi nel carcere perché **al superamento del concetto dello spazio di perimetrazione della cella e alla maggiore apertura per i detenuti deve associarsi la necessità che questi svolgano attività lavorativa.”*