Mafia: nuova udienza de “La svolta”, entra in aula il pentito Francesco Oliverio/ FOTO & DIRETTA (4)






Presenti tutti gli imputati detenuti, tranne Roberto Pellegrino. In aula ci sono anche l’ex sindaco di Ventimiglia, Gaetano Scullino e l’ex city manager, Marco Prestileo
Si è aperta, alle 10, davanti al tribunale collegiale di Imperia (presidente Paolo Luppi e giudici a latere: Anna Bonsignorio e Massimiliano Botti), con l’ingresso in aula del pentito di ‘ndrangheta, Francesco Oliverio, una nuova udienza al processo per associazione a delinquere di stampo mafioso e reati "fine", che vede alla sbarra i 36 imputati dell’operazione "La Svolta" contro la criminalità organizzata nel Ponente della Liguria, che il 3 dicembre del 2012 portò in carcere 15 persone.
Presenti 8 dei 9 imputati detenuti, quindi, tutti: Marciano Giuseppe, col figlio e nipote, entrambi di nome Vincenzo; Giuseppe Gallotta, Filippò Spirlì, Omar Allavena, Giuseppe Cosentino e Salvatore Trinchera; tranne Roberto Pellegrino. Mentre in aula sono presenti l’ex sindaco di Ventimiglia, Gaetano Scullino; l’ex city manager, Marco Prestileo e Antonino Barilaro.
LA DIRETTA
Ore 10.22
Oliviero racconta di essersi affiliato alla ‘ndrangheta, quando aveva 13 anni. E’ nato nel 1971 a Crotone e il padre venne ucciso nel 1988 in un attentato. lo sta interrogando il Pm Giovanni Arena dell’Antimafia.
Ore 10.38
Prosegue il racconto del pentito: "Sono responsabile di fatti di sangue, sia come esecutore che come mandante. ho avuto una crisi di coscienza, quando una madre ha avuto un infarto, riconoscendo il figlio ucciso per causa mia. Non volevo poi che i miei figli facessero la mia vita. Quindi, nel 2012, ho iniziato a collaborare con la procura di Catanzaro…".
Ore 10.45
Il pm gli chiede di spiegare struttura e gerarchia della ndrangheta: la ndrina, più ndrine, una locale e via dicendo. E poi, la gerarchia: a partire da "picciotto", poi "camorrista", "sgarrista" e riti di iniziazione.
Ore 11.20
Oliverio: "La ndrangheta usa le regioni del nord come lavanderia per riciclare I soldi. Esistono ndrine in Lombardia, Piemonte e Lombardia. I locali, di regola, dovrebbero essere composti da 50 persone, ma soprattutto al nord, si costituiscono locali anche di soli 10-15; componenti, per fare numero. Questi locali del nord sono a disposizione per assistere e collaborare con locali in Calabria. La differenza con la Calabria è una maggiore tolleranza: se sgarri in Calabria muori, al nord ci sono più tolleranze per evitare conflitti".
Ore 12.10
Riprende il processo, dopo una breve pausa.
Ore 13
Oliverio è stato condannato a 13 anni per tentato omicidio armi droga. Reati commessi in provincia di Milano nel 1996. È stato poi condannato a 5 anni e 4 mesi dal tribunale di Catanzaro a luglio 2013, per l’articolo 416 bis
Ci sono anche affiliati dormienti, vome Sabatino Marrazzo, incensurato e affiliato anche alla massoneria.
"Mi occupavo di costruzioni, movimento terra e avevo anche un ristorante. Tutto a Rho, in provincia di Milano. Essendo pregiudicato, venivo assunto in varie società createbda me , come operaio, ero in semilibertà. Erano Snc, la LVM Snc, la OGP, la GFG. Sono tutti acronimi, GFG è Giuseppe Francesco Giuseppe. Questo dal 2000 al 2011"
Ore 13.22
Continua a parlare Oliviero: "Ad inizio anni 2000 ero al carcere le vallette di torino. ho conosciuto Antonio Palamara, ci ha presentato Lorenzo Carbone, cugino di Palamara"
"Dal 2005 al 2007 un mio sodale riceve proposta di portare in Italia ds sudamerica un ingente quantità di cocaina. Al momento non avevo risorse logistiche ed economiche, così ho chiesto al clan Papalia, ricevendo risposta positiva.
Ore 14
Il sodale di Oliverio si chiama Mimmo Morrone.
"Ho incontrato a Mentone nei pressi del casinò – ancora Oliviero -una persona di origine calabrese che non poteva entrare in Italia per problemi giudiziari, un certo Roberto, e un napoletano, Giovanni Tagliamento. Quest’ultimo mi disse che non aveva abbastanza denaro per rilevare 200 chili di cocaina, ne avrebbe presi tra 50 e 100 chili. A questo punto ho ritenuto di dover prendere contatti con I ndranghetisti della zona di Ventimiglia ed informarli".
"Mi hanno presentato I due fratelli Roberto e Maurizio Pellegrino. In Italia ho poi incontrato Peppino Marcianò che mi ha detto che lui non si occupava di spaccio ma di altri dettagli. I 200 chili sono poi arrivati e ho ricevuto un compenso".
Ore 14.15
L’avvocato Marco Bosio fa notare che il teste sorride. Il presidente del collegio dei giudici, Paolo Luppi, dichiara che il teste finora si è comportato rispettosamente e che se talvolta ha sorriso ritiene che sia stato per la tensione della circostanza.