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Inaugurato il secondo locale al piano terreno della Canonica di San Siro

31 gennaio 2014 | 19:21
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Inaugurato il secondo locale al piano terreno della Canonica di San Siro

Grazie alla sensibilità ed al grande sforzo finanziario dell Istituto Diocesano per il sostentamento del Clero Presidente Mons Lanteri, con un’attività commerciale che dalla Canonica stessa prende nome

Dopo un restauro attento e rigoroso, è stato inaugurato anche il secondo locale al piano terreno della Canonica di san Siro  grazie alla sensibilità ed al grande sforzo finanziario dell Istituto Diocesano per il sostentamento del Clero Presidente Mons Lanteri, con un’attività commerciale che dalla Canonica stessa prende nome. Il progetto dell’Arch.Rosangela Bracco di Sanremo è stato eseguito dall impresa Marino.

"Dei tre monumenti che formano il gruppo medievale di S. Siro (la chiesa stessa, il battistero e la casa canonica), quest’ultima con le sue facciate in pietra a vista, è un edificio civile del XII secolo, rarissimo nel suo genere degno dell’ attento studio e restauro che lo ha riportato nella facciata principale e negli interni del piano negozi all’antico splendore. – spiega l’architetto Bracco – Una data indicatrice per la sua ricostruzione è fornita da un documento del 1153 riportato dal Registro Arcivescovile di Genova che risulta essere stato stipulato in Canonica Sancti Romuli .edifìcio in stile romanico anteriore ad ogni influenza gotica, come si vede invece nella chiesa di S. Siro".

"La Canonica è stata costruita in pietra calcarea scura proveniente dalle cave di Verezzo lavorata a blocchi di medie dimensioni, ben squadrati ed a corsi regolari, taluni anche a bugnato: tale struttura nella Liguria occidentale è appunto propria della piena età romanica e del secolo XII avanzato, cui aggiungere il tipo di bifora ad archetti monolitici ancora prettamente romanici. Se teniamo inoltre conto
del fatto che nel secolo precedente e poco dopo il 1100 le chiese romaniche della Liguria occidentale venivano costruite in pietra arenaria, e non in pietra scura, a conci assai meno regolari e con giunti stilati da calce talora colorata (vediS. Giorgio a Dolceacqua e S. Michele a Ventimiglia), si può comprendere come la Canonica sìa posteriore di circa un secolo alla chiesa romanica di S. Siro sottostante all’attuale e scoperta, anche se per un breve tratto dalle absidi, durante i lavori di rinforzo eseguiti nel 1948".

"Nel tardo Medioevo la canonica subì un ampliamento verso la chiesa e nel secolo XVI e XVII una sopraelevazione di due piani. La facciata posteriore si affaccia sul "Resetto", ossia l’antico chiostro dei Canonici, interposto fra la canonica ed il Battistero Il lavoro della scrivente progettista è stato quello di ricondurre l’edifìcio, laddove possibile per lettura storica e tipologica degli elementi architettonici, all’antica espressione attraverso interventi di restauro rigorosi ed attenti alle preesistenze, ed in oggi restituire alla committenza ed alla
cittadinanza ambienti storici straordinari. Caratteristica saliente del nuovo locale “La Canonica” è la possibilità di godere della vista, attraverso un pavimento trasparente , tra archi e colonne romaniche, della visione dello scavo archeologico condotto contestualmente ai restauri e di concerto con le Soprintendenze, che ha documentato una complessa e straordinaria sequenza stratigrafìca databile in un arco temporale di ben 2000 anni!"

"Il materiale recuperato è tutto di età romana imperiale: frammenti di ceramica sottile (tra le quali alcune decorate con sabbia di età tarda augusteatiberiana), ceramica sigillata aretina, sigillata sud-gallica e africana ,frammenti di anfore africane Infine, utile per un primo inquadramento cronologico, è stato rinvenuto un frammento di tegola con bollo con lettere incavate (HEREN) riferibile a un certo Lucio Herenni Optati, noto commerciante di materiali edili in tutta la costa mediterranea tra la Spagna e la Liguria nel II sec. dopo Cristo. Lo scavo degli archeologi durante le indagini scientifiche (Coop.Dedalo del Dr Claudio Mastrantuono), ha comunicato pienamente “il fascino dell’arte evidenziando le componenti di passione, suspense e di avventura che ogni scoperta archeologica e artistica in sé contiene”