Unitre Sanremo, lezione di Claudio Lanteri sul film Man’s Land di Danis Tanovich

19 dicembre 2013 | 15:31
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Unitre Sanremo, lezione di Claudio Lanteri sul film Man’s Land di Danis Tanovich

In tutto il film viene platealmente evidenziato che i combattenti serbi e bosniaci parlano la stessa lingua mentre i militari inviati dall’Onu parlano lingue diverse ed hanno rivalità nazionalistiche

Lunedì 16 Dicembre nella Sala degli Specchi di Palazzo Bellevue ad Unitre Sanremo con No Man’s Land (Terra di Nessuno) del bosniaco Danis Tanovich.

è tornato il Cinema d’Autore, un cinema contro la guerra che colpisce più che la per la denuncia delle atrocità, per come il tragico ed il ridicolo s’intreccino continuamente. Con l’aiuto del critico cinematografico sanremese Claudio Lanteri che la Presidente Paola Forneris riesce a coinvolgere pur essendo egli residente a Bologna, il folto pubblico ha potuto apprezzare questo film del 2001 poco conosciuto nonostante 1 Oscar al miglior film straniero, 1 Nastro d’Argento ed 1 Golden Globe.

La guerra nella ex Jugoslavia del 1993, ha avuto gli episodi più crudeli in Bosnia con le terribili pulizie etniche e pur essendosi svolta a poca distanza da noi, più vicino di una regione dell’Italia centrale, non ha coinvolto abbastanza le nostre coscienze e nemmeno le Nazioni Unite preposte alla moderazione dei conflitti.

In tutto il film viene platealmente evidenziato che i combattenti serbi e bosniaci parlano la stessa lingua mentre i militari inviati dall’Onu parlano lingue diverse ed hanno rivalità nazionalistiche.

Claudio Lanteri ha evidenziato fin da subito come questo sia un film di guerra ma completamente diverso da tutti gli altri.

La guerra trattata in modo epico oppure critico è in genere un film cosiddetto d’azione.

Questa è invece una guerra che potrebbe essere rappresentata a teatro, la scena è sostanzialmente una trincea e come nel teatro greco scenderà dall’alto con un elicottero il comandante delle truppe ONU a risolvere la tragica situazione con una finzione proprio come il cosiddetto DEUS EX MACHINA, inviato dagli dei.

Attorno alla trincea in cui si consumano vicende tragicomiche fra persone che si comprendono ma si odiano, vi è tutto un mondo fatto di stranieri militari o giornalisti alcuni coscienziosi ed altri mossi solo da interessipersonali ma tutti incapaci di comprendere questa guerra.

Gli stessi belligeranti hanno forse scordato i motivi di questa guerra e si costringono reciprocamente con le armi ad ammettere di aver iniziato.

L’odio pare un sentimento difficile da mantenere stando nella stessa trincea e provenendo dagli stessi luoghi e nei dialoghi affiora qualche ricordo comune, la frequentazione delle stesse ragazze ed un tentativo di presentarsi come persone e non come soldati.

La scena in trincea si giustifica perché un gruppo di soldati bosniaci all’inizio del film si perde nella nebbia ed incappa nella terra di nessuno, molto aldilà delle proprie linee ed in vista di armatissime linee serbe da cui partirà una impressionante pioggia di fuoco. I serbi poi invieranno due soldati a controllare la presenza di eventuali superstiti ed uno di essi più esperto, non avendo visto soldati vivi escogita un tranello che sarà la trovata centrale del film.

Egli sistema sotto un cadavere un mina a pressione che agisce al contrario, così che quando i bosniaci verranno a recuperarlo essa esploderà seminando morte nel raggio di 50 metri.

In realtà vi è un superstite bosniaco di nome Ciki, che stando nascosto è venuto a conoscenza del tranello e quindi spara sui due serbi, uccidendo il più esperto e ferendo il più giovane ed inesperto di nome Nino.

Un secondo superstite bosniaco di nome Cera, è proprio il “cadavere” sistemato sulla mina che era invece solo ferito e svenuto.

Cera informato della sua situazione pericolosa si troverà ad assistere sdraiato ed impotente a scaramucce verbali ed armate fra il bosniaco ed il serbo che egli cercherà di moderare.

Il coinvolgimento di un vero arbitro imparziale come dovrebbe essere l’ONU, avviene invece attraverso uno stratagemma ideato da Ciki che viene accettato anche da Nino.

Entrambi si spogliano e si espongono sul ciglio della trincea esponendo la bandiera bianca e venendo riconosciuti dalle truppe belligeranti come civili e quindi soggetti a protezione ONU.

Oltre alla lingua comune serbi e bosniaci sono uniti dal disprezzo per l’inefficienza delle truppe ONU, i caschi blu, che loro chiamano i Puffi.

Tra loro però qualcuno come il Sergente Dubois non tradisce la sua missione e s’impegna al massimo per un esito positivo.

Anche l’intervento invasivo degli inviati televisivi pur deprecabile per la spettacolarizzazione della morte e la ricerca dello “scoop” per fini di carriera personale, ottiene di stimolare l’intervento ONU.

Questo intervento non sarà risolutivo anzi finirà in tragedia per l’uccisione reciproca di Ciki e Nino e per l’impossibilità nel disinnescare la mina decretata dall’artificiere tedesco.

Per salvare la faccia di fronte all’opinione pubblica si inscenerà la farsa di una barella piena di stracci che verrà caricata sull’elicottero fingendo il soccorso al bosniaco Cera ed il disinnesco della mina.

Cera rimarrà invece solo sulla mina libero solo di morire per la fame e le ferite oppure di farsi esplodere.

La scena finale è proprio l’immagine ripresa dall’alto del suo corpo sdraiato, vivo, ma “già morto” per i soldati ONU e la sua lenta
dissolvenza dà il tempo di meditare sull’assurdità della guerra.

Diamo di seguito il calendario delle prossime lezioni dell’Anno Accademico 2013-2014 – Primo Periodo

L’Università delle Tre età è aperta a tutti, non è necessario alcun titolo di studio .

Per poter frequentare le lezioni occorre essere in regola con la quota associativa , fissata in Euro 30,00 per la durata dell’anno accademico.

Le lezioni si svolgono dalla 16.00 alle 18.00 circa e saranno accompagnate da proiezioni – In caso di assenza del relatore si provvederà con lezione alternativa