“Sanremo, non solo Russia”

18 dicembre 2013 | 20:27
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“Sanremo, non solo Russia”

“Aspettando il Festival, quello vero, che aprirà i battenti a febbraio, secondo tradizione, e che segnerà la sua 64esima edizione, Sanremo è in scena in Azerbaijan con tutto il fascino della sua memoria”, scrive Pierluigi Casalino

Aspettando il Festival, quello vero, che aprirà i battenti a febbraio, secondo tradizione, e che segnerà la sua 64esima edizione, Sanremo è in scena in Azerbaijan con tutto il fascino della sua memoria: attraverso quello che a noi può sembrare un riciclo delle sue glorie, il mito della manifestazione canora più prestigiosa del Bel Paese rivive, come sa fare secondo un indice di crescente gradimento, non solo in Russia, ma anche nei territori del suo ex impero, anzi di quello che forse (vedi il caso ucraino) si profila come il suo nuovo impero annunciato.

Sanremo in questa Eurasia in salsa grande russa ci conferma protagonista con la carrellata di successi e di relativi interpreti che ne hanno fatto la storia. Sanremo è di casa anche in questo universo azero (turco-iranico) e di qui si affaccia nel contiguo Iran, dove non manca un importante lascito ebraico, così radicato da queste parti da quando Ciro il Grande di Persia liberò "il popolo eletto" da una delle sue più lacrimevoli cattività babilonesi. La presenza di Sanremo qui si fa sentire con l’incanto delle sue melodie e si rivela uno dei migliori testimonial del made in Italy, di quello che si esprime con l’inestinguibile vocazione al bello. Lo spettacolo sanremese, con le sue suggestioni e i suoi richiami romantici, fa ben sperare nella rinascita a breve dello spirito italico, come si percepisce già nella cosmica estensione che va da San Pietroburgo a Mosca, all’Estremo Oriente Siberiano, passando per la regione euroasiatica celebrata nell’epopea "verniana" di Michele Strogoff.

Pierluigi Casalino