Mafia: al via il processo per l’Operazione La Svolta: 36 imputati. Dal 2014, due udienze a settimana



Si tratta del processo per associazione a delinquere di stampo mafioso e reati “fine”, che vede alla sbarra i 36 imputati dell’operazione contro la criminalità organizzata nel Ponente della Liguria, che il 3 dicembre del 2012 portò in carcere 15 persone
Si apre domattina (giovedì 19), davanti al tribunale collegiale di Imperia (presidente Paolo Luppi e giudici a latere: Anna Bonsignorio e Massimiliano Botti), con la presentazione delle eccezioni preliminari e l’ammissione delle prove, il processo
per associazione a delinquere di stampo mafioso e reati "fine", che vede alla sbarra i 36 imputati dell’operazione "La Svolta" contro la criminalità organizzata nel Ponente della Liguria, che il 3 dicembre del 2012 portò in carcere 15 persone.
Il blitz, condotto dai carabinieri, scattò all’alba con gli arresti del presunto boss della "locale" di Ventimiglia, Giuseppe Marcianò, del figlio e del nipote, entrambi di nome Vincenzo. Vennero, quindi, perquisite le abitazioni degli ex sindaci: Gaetano Scullino di Ventimiglia (Pdl) e Giovanni Bosio (Pdl), di Bordighera; i due Comuni sciolti per mafia, rispettivamente nel febbraio del 2012 e nel marzo del 2011. Ma non è tutto. Perquisizioni anche dall’ex sindaco di Vallecrosia, Armando Biasi (indipendente, vicino al Pdl), che in seguito alla bufera giudiziaria e al sospetto del voto di scambio nel proprio Comune, nel gennaio scorso decise di dimettersi. Venne perquisito anche l’ex direttore generale del Comune di Ventimiglia, all’epoca di Scullino sindaco, Marco Prestileo.
Nell’indagine La Svolta è confluito anche l’episodio dell’attentato al costruttore Pier Giorgio Parodi, di Bordighera, per la cui vicenda (ricordiamo) pende un ricorso per Cassazione, da parte degli imputati Annunziato Roldi, 55 anni, originario di Seminara (Reggio Calabria) ed Ettore Castellana, 62 anni, di Camporosso, nei confronti dei quali la Corte di Appello, di Genova, ha confermato la pena inflitta, il 20 ottobre 2011, dal tribunale collegiale di Sanremo, a 3 anni di reclusione. Entrambi sono accusati di tentata estorsione, violenza privata e porto d’armi, in merito all’agguato teso al costruttore, il 25 maggio del 2010, contro la cui auto – un fuoristrada Suzuki Vitara – vennero esplosi due colpi di lupara, per motivi legati a una presunta richiesta di “pizzo”.
Le posizioni di Armando Biasi e Giovanni Bosio – relative all’ipotesi di voto di scambio – comunque, risultano stralciate. dal gennaio 2014, sono previste due udienze a settimana: il mercoledì e il giovedì.
I NOMI DEI 36 IMPUTATI
Di seguito i nomi degli arrestati rinviati a giudizio: Giuseppe Marcianò, 80 anni, detto "Peppino" o "Zio", di Vallecrosia, ex titolare del ristorante "Le Volte" di Ventimiglia, ritenuto capo del "locale" di Ventimiglia della ‘ndrangheta; Vincenzo Marcianò, 35 anni, detto "Vincenzino", figlio di Giuseppe, di Vallecrosia, partecipe; Vincenzo Marcianò, 65 anni, nipote di Giuseppe, di Ventimiglia, partecipe; Omar Allavena, 59 anni, sovrintendente della polizia municipale di Vallecrosia, residente a Ventimiglia, partecipe; Giuseppe Gallotta, 47 anni, detto "Pino", di Ventimiglia, partecipe; Annunziato Roldi, 57 anni, detto "Nunzio", di Ventimiglia, partecipe; Federico Paraschiva, 41 anni, detto "Ragioniere", di Vallecrosia, imprenditore, partecipe; Salvatore Trinchera, 67 anni, di Ventimiglia, originario di Gioia Tauro (RC), partecipe; Giuseppe Cosentino, 68 anni, detto "Compare Pino", di Ventimiglia, originario di Reggio Calabria, partecipe; Antonio Palamara, 73 anni, di Ventimiglia, ritenuto al pari di Giuseppe Marcianò capo del "locale" di Ventimigia (arresti domiciliari); Giuseppe Scarfò, 82 anni, di Ventimiglia, originario di Giffone (RC), partecipe (arresti domiciliari); per altri reati emersi nel corso dell’indagine i carabinieri hanno arrestato; Filippo Spirlì, 40 anni, detto "Baiocco", di Ventimiglia, originario di Taurianova (RC). per prestito ad usura; Rosario Ambesi, 65 anni, di Ventimiglia, originario di Molochio (RC) per prestito ad usura ed estorsione; Maurizio Pellegrino, 40 anni, di Bordighera, attualmente detenuto, traffico di droga e detenzione di armi; Roberto Pellegrino, 36 anni, di Bordighera, attualmente detenuto, detenzione di armi.
Tra gli altri rinviati a giudizio, che non vennero arrestati, ma che vennero sottoposti ad atti giudiziari (perquisizioni e via dicendo) risultano: agli altri due fratelli Pellegrino, Giovanni (43 anni) e Michele (46 anni); l’ex sindaco di Ventimiglia, Gaetano Scullino e il suo ex direttore generale del Comune, il commercialista Marco Prestileo. E poi: Antonio De Marte, 40 anni , Francesco De Marte, 42 anni e Salvatore De Marte, 35 anni, originari di Seminara (RC); Marcello Giovinazzo, 43 anni, originario di Rosarno (RC); Ettore Castellana (per la vicenda dell’attentato a Parodi), 63 anni, originario di Camporosso, con la moglie Stefania Basso, 60 anni, originaria di Rocchetta Nervina. Quindi, Paolo Macrì, 67 anni, originario di Gioia Tauro (RC), Alessandro Macrì, 28 anni, nata a Bordighera, Angela Elia, 70 anni, originaria di Varapodio (RC), Giuseppe Calabrese, 39 anni, originario di Reggio Calabria, Nazzareno Alvaro, 40 anni, di Ventimiglia, Jason Allavena, 35 anni, di Ventimiglia, Antonino Barilaro, 57 anni, originario di Anoia (RC), Armando D’Agostino, 55 anni, originario di Rosarno (RC), Fortunato Foti, 40 anni, di Ventimiglia, Angelo Oliveri, 49 anni, originario di Scandale (KR), Enzo Gammicchia, 46 anni, originario di Erice (TP).