Giovanni Paolo II: “Grazia è l’amore e il dono di Dio stesso, il dono libero, dato gratuitamente”

8 dicembre 2013 | 20:12
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Giovanni Paolo II: “Grazia è l’amore e il dono di Dio stesso, il dono libero, dato gratuitamente”

“La pienezza di grazia è costituita dal Cristo stesso. Maria di Nazaret riceve Cristo, e insieme con Cristo e per Cristo riceve la più piena partecipazione al Mistero eterno, alla vita interiore di Dio”
Giovanni Paolo II, Angelus dell’8 dicembre 1978

Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te” (Lc 1,28).

Queste sono le parole di Dio che l’Angelo rivolge ad una povera ragazza di Nazaret, di nome Miriam (Maria), i cui genitori, secondo la tradizione, erano Gioacchino e Anna, e che dai primissimi anni desiderava appartenere senza riserva, completamente, al Signore, come testimonia la commemorazione della Presentazione che viene ricordata ogni anno il 21 novembre.

Ave, o piena di grazia. Che cosa significano queste parole? L’Evangelista Luca scrive che Maria (Miriam), a queste parole pronunciate dall’Angelo, “rimase turbata e si domandava che senso avesse tale saluto” (Lc 1,29).

Queste parole esprimono una elezione singolare. Grazia significa una pienezza particolare della creazione attraverso la quale l’essere, che rassomiglia a Dio, partecipa alla stessa vita interiore di Dio. Grazia vuol dire l’amore e il dono di Dio stesso, il dono completamente libero (“dato gratuitamente”) in cui Dio affida all’uomo il suo Mistero, dandogli, nello stesso tempo, la capacità di poter testimoniare il Mistero, di colmare di esso il suo essere umano, la sua vita, i pensieri, la volontà e il cuore.

La pienezza di grazia è costituita dal Cristo stesso. Maria di Nazaret riceve Cristo, e insieme con Cristo e per Cristo Ella riceve la più piena partecipazione al Mistero eterno, alla vita interiore di Dio: del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Tale partecipazione è la più piena di tutto il creato, sovrasta tutto ciò che separa l’uomo da Dio. Esclude anche il peccato originale: l’eredità di Adamo. Il Cristo, che è l’artefice della vita divina, cioè della Grazia in ciascun uomo, mediante la Redenzione da lui compiuta, deve essere particolarmente generoso con sua Madre. Deve redimerla in modo particolarmente sovrabbondante dal peccato (“copiosa apud eum redemptio”: è grande presso di lui la redenzione) (Sal 129,7). Questa generosità del Figlio verso la Madre risale al primo momento della sua esistenza. Si chiama Immacolata Concezione

Giovanni Paolo II, Angelus dell’ 8 dicembre 1978