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Gian Franco Grosso: “Il sindaco doveva tornare ed essere davanti al Comune a parlare con la gente”

17 dicembre 2013 | 00:20
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Gian Franco Grosso: “Il sindaco doveva tornare ed essere davanti al Comune a parlare con la gente”
Gian Franco Grosso: “Il sindaco doveva tornare ed essere davanti al Comune a parlare con la gente”
Gian Franco Grosso: “Il sindaco doveva tornare ed essere davanti al Comune a parlare con la gente”

“Lei signor sindaco doveva prendere l’aereo e venire qui subito” – ha tuonato Gian Franco Grosso – “ecco perché non doveva chiedere al Prefetto cosa doveva fare. E’ la gente che l’ha votata. Doveva essere lei a dirci cosa è successo e non a porre domande”

Duro intervento del consigliere di minoranza Gian Franco Grosso (Imperia Bene Comune), nel corso del consiglio comunale di questa sera ad Imperia in risposta alle spiegazioni date dal sindaco Carlo Capacci in merito alla propria assenza per ragioni lavorative in concomitanza con i giorni della scorsa settimana in cui la città è stata teatro di grandi manifestazioni di protesta che l’hanno paralizzata. Carlo Capacci ha riferito di essersi consultato con il Prefetto circa l’opportunità di anticipare il proprio ritorno dagli Stati Uniti e di avere infine convenuto, anche d’accordo con il vicesindaco Giuseppe Zagarella, che non fosse necessario.

“Sono stupito del fatto che lei non abbia capito la difficoltà di questo momento. Se non riusciamo a valutare che questo è un processo molto più ampio, che ha investito tutto il territorio nazionale, non riusciamo a comprendere il fenomeno” – ha esordito il consigliere Grosso rivolgendosi al primo cittadino – “Imperia non è il centro del mondo, è una cellula della società italiana, che ha grandissimi problemi. Non riconoscere, non vedere, la rabbia, la frustrazione, il disagio, significherebbe essere ciechi, non aver compreso il tessuto economico e sociale di questa nazione provata da trenta anni di malgoverno”.

“Abbiamo di fronte una società che ha sostituito alla speranza la rabbia: ma non dobbiamo dimenticare che queste cose le abbiamo già viste nella storia” – ha aggiunto Gian Franco Grosso – “La rabbia della gente, il populismo, la demagogia, il qualunquismo, sono state la fonte delle più grandi disgrazie del paese. Non dimentichiamo che il nazismo è nato da poche persone che agitavano dopo la prima guerra mondiale la popolazione tedesca provata dal disagio sociale ed economico. Il fascismo in Italia è nato da una minoranza che ha sfruttato la massa delusa che non credeva più nelle istituzioni, e allora come oggi i partiti e le forze pubbliche facevano passi indietro, si era tutti contro tutti e non si capiva la necessità di contrastare quelle persone che giustamente protestavano ma erano strumentalizzate da forze eversive che avevano un disegno diverso”.

“Se non comprendiamo questo non abbiamo capito nulla” – ha ammonito il consigliere Grosso – “noi dobbiamo preoccuparci perché stiamo vivendo un momento simile, dove i partiti hanno perso potere, dove la corruzione non esiste solo perché gli italiani sono ladri, ma esiste perché i partiti non hanno più la forza delle regole, non hanno più una selezione nella scelta dei loro membri. Questo non è un problema di essere più ladri o meno ladri, è un problema di avere o meno regole, tra cui stare in una piazza ordinatamente se manifesti, fare ordine pubblico se sei una forza pubblica, fare il Prefetto se sei un Prefetto e il Sindaco se sei un Sindaco. Tutte le forze democratiche devono andare verso la piazza, comprendendo la piazza, mettere in un angolo le forze eversive che lavorano sulla piazza. Ma noi non abbiamo visto questo né ad Imperia né in Italia. E sebbene senza situazioni devastanti, i cittadini che avevano la rabbia abbiamo bloccato i cittadini silenti che tutti i giorni vanno a lavorare, che devono accompagnare un parente in ospedale, che portano un bambino a scuola: era la rabbia della gente contro la gente”.

“Ecco perché lei signor sindaco doveva prendere l’aereo e venire qui subito” – ha tuonato Gian Franco Grosso – “ecco perché non doveva chiedere al Prefetto cosa doveva fare. Il Prefetto non è il suo capo, è la gente che l’ha votata. Lei doveva essere davanti al Comune a parlare con la gente, perché lei non è un capo al comando, lei è la rappresentazione delle Istituzioni, doveva essere qui oggi a dirci cosa è successo e non a porre domande”.

“La violenza non è solo quella del danneggiamento, ma anche psicologica, che è anche peggiore” – ha concluso il consigliere di Imperia Bene Comune – “Ad Imperia alcuni commercianti sono stati minacciati di tenere chiuso e in questo modo hanno subito violenza, chi non poteva muoversi e passare ha subito violenza, questa è una forma eversiva, lenta, strisciante, pericolosa, peggiore del danneggiamento. Lei signor sindaco, qui non è un amministratore delegato, un imprenditore, lei rappresenta l’istituzione democratica”.