Casa di appuntamenti in via Amendola, a processo donna 58enne di Imperia
La linea difensiva è improntata sul fatto che i rapporti tra la Bianchimani e due ragazze coinquiline riguardassero solo la divisione delle spese di “gestione”, ovvero l’affitto e gli annunci pubblicitari sui giornali
I fatti risalgono al periodo tra gennaio e maggio 2013, quando una perquisizione dei carabinieri, effettuata dopo una serie di appostamenti ed intercettazioni telefoniche, ha posto fine all’attività, che vede coinvolte (come eventuali parti offese), oltre alla Bianchimani, anche due ragazze provenienti dall’Europa dell’Est che condividevano l’appartamento di via Amendola.
Nelle scorse settimane sono stati ascoltati dai Carabinieri alcuni clienti che hanno riconosciuto come la Bianchimani effettuasse soltanto massaggi.
La linea difensiva è improntata sul fatto che i rapporti che intercorrevano tra lei e le due ragazze riguardavano soltanto la divisione delle spese di “gestione”, che venivano suddivise fra le tre occupanti dell’appartamento: la Bianchimani avrebbe provveduto alle spese abitative e le due ragazze alle spese “pubblicitarie”, ovvero gli annunci sul giornale. Le due ragazze saranno ascoltate come testimoni nel corso della prossima udienza, che è stata rinviata al 4 febbraio 2014 per assegnare ad un perito l’incarico di trascrivere alcune intercettazioni telefoniche rilevanti ai fini dell’indagine.
Elena Bianchimani è difesa dagli avvocati Mario Tropini e Sandro Lombardi.