Unitre Sanremo, conferenza di Gianni Manuguerra sulla figura di Fridtjof Nansen

Per la Norvegia Nansen è un eroe nazionale ancor oggi effigiato sulle banconote, ma egli molto fece anche per la scienza e per gli altri popoli
Venerdì 8 novembre a Sanremo nella Sala degli Specchi di Palazzo Bellevue, Gianni Manuguerra, console del mare e noto divulgatore della cultura marina, ha tenuto una conferenza su Fridtjof Nansen (1861-1930).
Per la Norvegia Nansen è un eroe nazionale ancor oggi effigiato sulle banconote, ma egli molto fece anche per la scienza e per gli altri popoli. Cresciuto nel rigido ambiente nordico imparò a combattere freddo e fatica nei lunghi percorsi per andare a scuola e poi a caccia. Questa sua capacità lo fece diventare campione olimpionico di sci di fondo e pattinaggio, ma Nansen si dedico anche a studi di zoologia all’Università di Oslo che proseguì sorprendentemente a Napoli studiando Biologia Marina presso il Centro fondato dal tedesco Anton Dohrn, dedicato all’ambiente marino mediterraneo.
Ottenuta la laurea, Nansen si lanciò con 5 compagni in una spedizione di attraversamento della Groenlandia con cani e slitte dalla eccezionale difficoltà ( oltre 500 km la distanza, fino a 3000 metri i dislivelli). Perfezionò un modello di slitta ancor oggi chiamata in Canadà la slitta Nansen e soprattutto trovò i resti di una nave americana naufragata tempo addietro e questa scoperta sarà alla base della sua grande impresa successiva.
Il naufragio era avvenuto molto più a Nord e questa constatazione gli fece ipotizzare una corrente artica che potesse spostare le navi attraverso i ghiacci.
Nansen quindi volle sperimentare questa corrente facendo costruire una nave che non rompeva il ghiaccio come era d’uso fare ma si faceva trasportare da esso. Questa nave costruita con vari tipi di legni di quercia europea e da legni durissimi del centroamerica, aveva la chiglia completamente rotonda , una caratteristica quest’ultima che avrebbe procurato il mal di mare all’equipaggio ma avrebbe impedito lo schiacciamento da parte del ghiaccio che anzi avrebbe spinto in alto la nave.
Questa nave eccezionale lunga 40 metri in grado di ospitare in modo confortevole 13 uomini , 34 cani, slitte, attrezzature e provviste per 6 anni venne chiamata FRAM (avanti in norvegese) ed è ancor oggi integra ed esposta nel museo omonimo ad Oslo.
La spedizione durò “soltanto” tre anni percorrendo circa 300 km, con la nave lentamente spostata dai ghiacci proprio come aveva ipotizzato Nansen, il quale a circa metà spedizione decise con il compagno Johansen di tentare di raggiungere il Polo Nord con cani, slitte e kajak. La superfice del ghiaccio si rivelerà molto accidentata e riusciranno a percorrere solo 3 o 4 Km al giorno e dopo 100 Km saranno costretti a desistere raggiungendo tuttavia la latitudine più vicina al Polo Nord mai raggiunta dall’uomo.
Dopo fatiche sovrumane i due audaci abbandonati cani e slitte con i due kajak navigheranno verso l’isola di Francesco Giuseppe dove riusciranno a costruire una capanna per trascorrere i 4 mesi invernali bruciando grasso di tricheco per scaldarsi e mangiando la carne di orsi bianchi da loro cacciati.
La fortuna anche in quel caso arrise agli audaci perché sull’isola giunse casualmente una nave britannica che finalmente li rimpatriò quasi contemporaneamente al ritorno in Norvegia del Fram e fu grande festa per tutto il paese.
Nansen proseguì ancora gli studi di zoologia ed oceanografia ed insegnò all’Università di Oslo ma la notorietà ed il prestigio raggiunto lo portarono ad assumere incarichi diplomatici sempre più importanti che dettero un efficace contributo alla pacificazione fra Svezia e Norvegia ed all’indipendenza di quest’ultima.
Dopo il primo tragico conflitto mondiale, il costituirsi della Società delle Nazioni di cui Nansen divenne Alto Commissario, permise a questo grande uomo di aiutare milioni di altri uomini , prigionieri di guerra, rifugiati, , esuli o affamati dalla carestia specialmente russi, greci ed armeni, con aiuti materiali e con uno strumento giuridico come il Passaporto Nansen che costituì un modello mondiale.
Per questa sua attività umanitaria gli verrà assegnato nel 1922 il Premio Nobel per la Pace.
Dopo il secondo ancor più tragico conflitto mondiale l’esempio di Nansen venne ricordato dalle nascenti Nazioni Unite che tramite UNHCR istituirono un Premio Nansen assegnato annualmente a chi ha contribuito alla causa del sostegno ai rifugiati.
Diamo di seguito il calendario delle prossime lezioni dell’Anno Accademico 2013-2014 – Primo Periodo
Le lezioni saranno accompagnate da proiezioni
In caso di assenza del relatore si provvederà con lezione alternativa
Lunedì 11 novembre
STORIA E CULTURA LOCALE
Claudio Porchia e Alfredo Moreschi
Inseguendo il pennello di Rubino con vascolo e lente