Oggi sciopero generale di 4 ore/ le immagini del corteo ad Imperia
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Sciopero generale indetta dai sindacati Cgil, Cisl e Uil per protestare contro gli interventi del governo Letta, ritenuti insufficienti. Presenti tra i manifestanti una delegazione dei lavoratori della Agnesi e della cooperativa Ottagono
Il corteo si è quindi diretto verso Piazza della Vittoria, attraverso via Bonfante, piazza Dante e Viale Matteotti. All’arrivo, intorno alle ore 11.00, hanno preso la parola tre segretari di CGIL, CISL e UIL: Claudio Bosio per la Cisl, Enrico Revello per la Cgil e Milena Speranza per la Uil. La manifestazione si è conclusa con un discorso tenuto da Federico Vesigna, segretario regionale Cgil.
“Al di la delle ragioni nazionali dello sciopero di oggi” – ha dichiarato Enrico Revello (Segretario Provinciale Cgil) – “a Imperia abbiamo manifestano per questioni che riguardano la sopravvivenza delle attività produttive di questo territorio, in primis l’Agnesi: non si può accettare che venga smantellato l’ultimo presidio industriale presente in provincia di Imperia. Si tratta di 28 lavoratori del mulino dell’Agnesi, 5 lavoratori interinali, oltre all’indotto, 4 dipendenti della cooperativa addetta alle pulizie, e la compagnia portuale Maresca, che dovrà diminuire la quantità delle merci scaricate: ci aspettiamo quindi che tutti coloro che hanno responsabilità istituzionali e che vivono qui ne abbiano la consapevolezza”
“I dati sulla disoccupazione sono drammatici” – ha dichiarato Claudio Bosio (Segretario Provinciale Cisl) – “12% su scala nazionale, con 17.000 disoccupati in provincia di Imperia. Nell’anno 2012 ben 1330 imprese nella nostra provincia sono state costrette a 0hanno chiuso e 600 sono state sottoposte a procedure concorsuali: la crisi investe tutti i settori, uno su tutti l’edilizia, che da ottobre 2012 s luglio 2013 ha registrato una perdita di 606.427 ore di lavoro, che tradotta in termini economici significa 5 milioni di euro che non sono arrivati nelle tasche dei lavoratori e non sono stati spesi sul territorio.”
“Occorre finanziare ammortizzatori in deroga per ultima parte del 2013” – ha proseguito Claudio Bosio “ diminuire la pressione fiscale e il costo della pubblica amministrazione, che costa 800 miliardi euro e che non si può pensare di continuare a finanziare aumentando prelievi nei confronti di lavoratori e pensionati. Servizi come il trasporto o la sanità devono essere dotati di parametri di natura standad, così come la spesa pro capite, non possono essere diversi da regione a regione. Il settore pubblico non può essere visto semplicemente come un costo, occorre riqualificare i servizi e valorizzare le professionalità, affinché la macchina pubblica funzioni al servizio delle imprese dei cittadini. Inoltre non possiamo pensare che un paese come l’Italia possa essere gestito senza un piano industriale che punti su innovazione e ricerca, e senza un piano energetico, considerando che il costo dell’energia pesa per il 20% in più rispetto agli altri paesi europei, una delle ragioni per cui le aziende si spostano all’estero, oltre alle lungaggini burocratiche richieste per aprire un’azienda e al costo del lavoro”.
FOTOSERVIZIO DI ALESSANDRO DEL VENTO