Lettore interviene sul modo in cui sono distribuiti i contributi per la coltivazione degli ulivi

23 novembre 2013 | 15:42
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Lettore interviene sul modo in cui sono distribuiti i contributi per la coltivazione degli ulivi

“Incentivi/contributi sembrano essere destinati solo ai soliti noti, privando tanti piccoli privati di una boccata d’ossigeno per continuare, nonostante la crisi e lo spopolamento dell campagne, a perpretare la storica tradizione che ci lega alla pianta”

Egregio Direttore,
anche quest’anno come da centenaria tradizione, e’ iniziata la stagione della raccolta delle olive che impegna grandi e piccoli produttori nella produzione del famoso olio che tutti conoscono e che puo’ essere considerato a tutti gli effetti
 ‘oro della nostra terra.

Sin da quando sono bambino, aiuto mio padre e tutti i familiari nel faticoso lavoro dell’olivicultore il cui anno di fatiche viene compensato dal buon olio qualita’ Taggiasca, biologico al 100%, che consumiamo a casa.

L’entusiasmo e le fatiche sono, quest’anno, le stesse  di sempre anche se negli ultimi anni noi piccoli produttori siamo stati messi un po’ in disparte nel grande panorama dei contributi erogati agli olivicultori.

Mi ricordo che fino a qualche anno fa, percepivamo un contributo per la potatura, uno per la sistemazione dei muretti a secco crollati per le intemperie o per azione degli animali selvatici, uno per la produzione dell’olio e cosi via. Erano pochi soldi, di certo non sufficienti a ripagare i costi e le fatiche sostenute, ma erano un piccolo incentivo a tenere le campagne pulite, sicure e decorose.

Ora tali incentivi/contributi sembrano essere destinati solo ai soliti noti, privando tanti piccoli privati di una boccata d’ossigeno per continuare, nonostante la crisi e lo spopolamento dell campagne , a perpretare la storica tradizione che ci lega alla pianta di olivo.

Caro Direttore, purtroppo non ho le conoscenze per districarmi nei regolamenti Comunitari o nelle leggi Regionali e mi appello alla Sua buona volonta’ per sensibilizzare le istituzioni competenti nel riattivare tutta quella serie di stimoli che hanno garantito negli  anni il mantenimento di vaste zone della nostra Valle Argentina pulite, in perfetto stato idrogeologico e sicure da frane e smottamenti.

Che l’oro di Taggia non sia, come troppo spesso succede al giorno d’oggi in Italia, solo destinato ai soliti noti ma che sia l’orgoglio di tutta una comunita’.

Grazie per l’attenzione
Andrea D.