L’antico Palazzo Maglione ed il prezioso caminetto “scomparso”
Nella trasformazione di Palazzo Maglione si sono perse le tracce di un pregevole, quanto antico, caminetto in marmo
In questi giorni, la "Communitas Diani" ha distribuito la nuova "Rivista Periodica di Studi Storici e Artistici" che, curata da valenti studiosi e ricercatori, tratta interessanti e spesso sconosciuti aspetti riferiti al passato del nostro territorio.
Tra questi, l’Architetto Anita Garibaldi, attingendo dalla sua tesi di laurea – discussa nell’anno Accademico 1983-84 presso la Università di Genova, Facoltà di Architettura – ha portato alla nostra attenzione l’interessante percorso storico dell’antico Palazzo Maglione, partendo da un suo personale studio che, dal 1846, giunge ai giorni nostri.
Ottimo l’approfondimento sul Palazzo Maglione in quanto sino ad oggi poco o nulla si conosceva di tale edificio, la cui datazione pare possa essere collocata tra il 1846 ed il 1878.
Come poco si sapeva sulla titolarità del primo proprietario (1878) Novaro Francesco fu Giuseppe che aveva sposato Domenica Maglione e dei successivi passaggi di proprietà avvenuti sempre per ereditarietà.
Dal fratello G.B. Novaro (1883) anche lui sposato con una Maglione (Momina), poi al figlio Giuseppe, che nel frattempo aveva sposato Felicita Bresse dalla quale ebbe una figlia, Matilde, che ereditò il palazzo e lo portò in dote al marito Giuseppe Maglione, figlio del Marchese Stefano.
Il Marchese Giuseppe Maglione, alla sua morte, malgrado avesse una figlia (Stefania), lasciò il palazzo ed altre proprietà all’Ente Pubblico di Assistenza Comunale di Diano Marina.
Il Comune acquistò la proprietà nel 1948 per destinarla a sede comunale, cosa che avvenne nel corso dell’anno 1949 e che sino al 1976 restò tale, fin quando l’amministrazione comunale di allora non si trasferì definitivamente nell’attuale Palazzo Comunale (ex sede delle Scuole Elementari) lasciando presso il Palazzo Maglione parte degli uffici pubblici.
Si è inteso stralciare dalla fedele e dettagliata disamina fatta dall’Architello Anita Garibaldi uno spaccato storico di un antico palazzo cittadino del quale le nuove generazioni locali difficilmente conoscono l’identità.
Un palazzo che, divenuto proprietà comunale, alcune Amministrazioni, anzichè proteggerne la rigoroso conservazione, ne hanno stravolto l’originalità. Una in particolare ha fatto si che tutto il primo piano del palazzo, che ospita gli uffici della Polizia Locale, fosse trasformato orribilmente in open space.
Nell’esecuzione di tali lavori di ammodernamento è pure "scomparso" un pregevole antico caminetto in marmo.
E’ auspicabile che l’attuale Amministrazione Comunale si faccia carico di recuperarlo prima che, trascorso un nebuloso e lungo periodo, tale manufatto cada nel dimenticatorio e possa far parte dei tanti "cimeli" pubblici dei quali, negli anni, si sono perdute le tracce.
Elio Novaro
ex vice Sindaco di
Diano Marina