La Diocesi ricorda il Maestro Massimo Nosetti prematuramente scomparso

“Un vero “signore della musica”, un musicista completo, un musicista colto – aspetto da non trascurare specie in Italia”, lo ricorda Davide Tepasso, Maestro di Cappella della Diocesi di Ventimiglia-San Remo
Davide Tepasso, Maestro di Cappella della Diocesi di Ventimiglia – San Remo, così ricorda l’illustre organista e compositore Massimo Nosetti, deceduto la scorsa settimana all’età di 53 anni.
“Il mondo della musica è in lutto per l’immatura scomparsa del grande organista Massimo Nosetti.
Ma lo è anche la Chiesa, a servizio della quale tanto ha lavorato con serietà encomiabile, rara professionalità, raffinatissima creatività e vera generosità. La Chiesa di Torino, innanzitutto, in cui era stato membro della Commissione di Musica Sacra, organista in Santa Rita, autore delle musiche per i filmati Rai relativi alle presentazioni delle Ostensioni della Santa Sindone negli anni 1998 e 2000. Firmata da lui è stata pure la musica dell’Inno per L’Ostensione del 2010.
Ma, oserei dire, anche la Chiesa italiana nel suo complesso lo piange, essendo stato Nosetti, per diversi anni, direttore del Segretariato Organisti dell’Associazione Italiana Santa Cecilia, il cui organo ufficiale, il Bollettino Ceciliano, è la voce del cammino della Musica Sacra e Liturgica contemporanee in Italia. Il mondo lo piange, essendo un nome molto noto anche all’estero, dove ha tenuto diverse masterclasses in prestigiose sedi universitarie, dagli Stati Uniti al Giappone. Uno dei concerti d’inaugurazione del grand’organo del nostro Seminario Vescovile di Bordighera lo ha avuto come protagonista di una serata indimenticabile per la storia della musica organistica del Ponente ligure. Lo stile “cartesiano” delle sue interpretazioni, l’ineccepibilità della sua stupefacente tecnica, non erano altro che la trasposizione, sul piano artistico- musicale, della sua più profonda personalità, del suo animo.
Un vero “signore della musica”, un musicista completo (da non dimenticare assolutamente il Nosetti Direttore di Coro, con il gruppo “Cantus firmus” da lui stesso fondato), un musicista colto – aspetto da non trascurare specie in Italia dove, a causa degli allora “stradatati” piani di studio dei Conservatori, uno poteva diventare un grande esecutore soltanto con “la terza media” alle spalle – che aveva perfettamente compreso come la musica fosse un linguaggio particolarmente benedetto all’interno di quelle multiformi espressioni artistiche ed umanistiche che non possono che essere abbracciate nel loro complesso con la propria cultura multidisciplinare e la passione di una vita; musicista equilibrato e saggio, lontano da quegli stereotipi di “interprete bizzarro” che partecipa agli altri, durante le esibizioni, i “bagliori dei suoi misteri” come le sibille dell’antichità, ma sempre “con i piedi per terra” e nel rispetto di tutti coloro con i quali veniva in contatto, fossero gli allievi – era stimatissimo Docente d’Organo principale al Conservatorio di Cuneo – o i colleghi, esponenti della Curia, o persone del suo pubblico o gli editori.
“Cartesiane” ho definito sopra le sue interpretazioni, come “cartesiano” era lui; preciso nella sua grande intelligenza ed attento ai più piccoli particolari, “scientifico” nell’approcciare una partitura, rispettando al massimo i criteri estetici ed interpretativi del periodo storico cui il brano si riferiva; “trasparente” nelle atmosfere timbriche che sapeva ottenere con regia di massimo livello. Ho avuto la fortuna e la gioia di collaborare con lui, quando in preparazione ai due Grandi Concerti per il 150° Anniversario del Primo prodigio della Madonna Miracolosa di Taggia lo invitai a partecipare all’iniziativa che vedeva impegnati i più celebri nomi viventi tra i compositori italiani di Musica Sacra e Liturgica.
Musicò un mio testo, “Madre Maria”. Ricordo ancora quando mi giunse il suo spartito e lo provai immediatamente al piano. Ne fui entusiasta e commosso per la bellezza e l’efficacia con cui aveva saputo “trasfigurare” le parole, creando un brano davvero liturgico in cui l’assemblea potesse realmente intervenire, con slancio e gioia, in quelle note della melodia del ritornello che fanno del brano un gioiello. Lo abbiamo avuto ospite, quindi, al Concerto del 28 Maggio 2005 nel Santuario di Taggia – il I dei due Grandi Concerti mariani – accanto a Monsignor Giuseppe Liberto, allora Maestro della Cappella Sistina, compositore che di Nosetti ha sempre stimato la grandezza del musicista e la caratura morale e culturale. In un’intervista al termine del Concerto tabiese si espresse più o meno con queste parole: “Il concerto di stasera ha dimostrato che in Italia possono esserci degli eventi davvero di altissimo livello”.
Ricordo il suo sorriso intelligente e la sua cordialità. Porgo alla sua signora i miei sentimenti di vicinanza nell’affetto e nella fede, pensando a lui ora “arruolato” nelle file dei musicisti “del piano di sopra”, dove la lode è laus perennis ed il sole non conosce tramonto! E ricordare un uomo così non può essere disgiunto dall’elevare al Signore un grazie per avercelo donato e per quanto, attraverso di lui, di bellezza e di armonia ha donato alla Sua Chiesa!”