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Il Comitato cittadino per la Legalità di Diano illustra la vicenda dei dolia “spariti”

3 novembre 2013 | 09:23
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Il Comitato cittadino per la Legalità di Diano illustra la vicenda dei dolia “spariti”

Era chiaro che non sarebbero più tornati indietro; il museo navale però è chiuso e nessuno può più vedeere quelle meraviglie

L’ex vice sindaco Elio Novaro ha rispolverato la vicenda dei “dolia romani” prelevati con forza dalla Sopraintendenza, con la scusa che dovevano essere restaurati, per poi ritornare in comune.
Era evidente sin da subito che non avrebbero più fatto ritorno. Scopriamo ora che sono finiti al museo navale di Imperia; scopriamo anche che il museo di Imperia è chiuso perché la crisi morde e mancano i mezzi per tenerlo aperto al pubblico.
Conseguenza logica: un patrimonio culturale rarissimo rimane sconosciuto.
Al contrario, quando i dolia erano posizionati dell’atrio del comune non costavano nulla e centinaia di persone, soprattutto turisti, che dovevano recarsi presso gli uffici comunali per ragioni burocratiche restavano folgorati da tanta bellezza e trasmettevano lo stupore a catena agli amici che a loro volta in pellegrinaggio andavano a visitarli.
Un fatto culturale, ma anche di valenza turistica, che è stato vanificato, a meno che qualche capitano coraggioso dell’Amministrazione tenti di recuperare il maltolto.
Non convince poi la giustificazione della Sopraintendenza, seconda la quale l’operazione di recupero dei dolia era necessaria perché i reperti della nave romana scoperta sui fondali del golfo dianese erano sparsi in varie sedi.
Allora, erano in parte visibili, oggi non più. Basterebbe che ritornassero nell’atrio comunale almeno due dolia, con l’indicazione per chi volesse approfondire la storia marinara di una antica civiltà, di recarsi presso il museo di Imperia, ammesso che sia aperto.
Purtroppo, il nostro patrimonio storico-culturale viene abbandonato; Pompei insegna: a Londra la sola proiezione di immagini e foto sta creando un business notevole; noi non riusciamo neppure a evitare il crollo dei muri di quella città dissepolta.   

dott. Andrea Guglieri ex sindaco
Mimmo Bisso
Primo Bonifazio