I disastri della natura accompagnati da quelli dell’uomo
Il cristianesimo come dottrina di passaggio e di cammino; chi si ferma quaggiù cessa di essere cristiano nello spirito
La storia dell’umanità è profondamente segnata da immani tragedie come i cataclismi che si abbattono imprevisti e devastanti su vaste zone del pianeta, ultimi i recenti eventi delle Filippine e della Sardegna.
Come non bastassero i fenomeni naturali l’uomo, da parte sua, ha trovato il modo di provocare ulteriori disastri, così esistono la “terra dei fuochi”, la questione dell’amianto, i disastri ecologici che continuano e si intensificano proprio come la voracità di denaro dei responsabili di questi crimini a danno di popolazioni indifese.
Sono fatti gravissimi che invocano interventi risolutivi per quanto concerne gli atti criminali e una corale solidarietà nell’immediato, seguita da efficace prevenzione iniziando con il favorire una mentalità di legalità, tramite iniziative di educazione e di sviluppo economico atte a ridare dignità umana. Inoltre fanno toccare con mano quanto sia precaria la vita dell’uomo e del mondo, realtà che invece di rimuovere è necessario ricordare.
“ I cristiani vivono come pellegrini tra le cose che passano aspettando l’incorruttibilità dei cieli” come afferma uno dei più antichi testi del cristianesimo, la Lettera a Diogneto.
E allora viene in proposito la raccomandazione del gesuita p. Irénée Hausherr. “Non dobbiamo installarci nella vita presente. Il cristianesimo porta con sé la proibizione di stabilirsi quaggiù.
Il cristianesimo è la dottrina di un passaggio e di un cammino. Chi si installa cessa di essere cristiano nello spirito”.
Infatti per quanto l’uomo si impegni non potrà mai rendere il mondo un paradiso terrestre per cui: “Il dolore, le prove, le delusioni hanno una funzione provvidenziale: tutto è fragile quaggiù per spingerci verso Dio, per ricordarci che Dio solo è proporzionato al vuoto del cuore umano” osserva un anonimo e il cardinale Henry De Lubac conclude: “Il cristiano sa che per arrivare ad incontrare Dio, non c’è che una sola via da seguire, la via vivente di nome Gesù”.
Don Giacomo Simonetti
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