Assolto ex sottufficiale della Gfd accusato di tentata concussione verso un operaio

“Attendiamo di conoscere le motivazioni della sentenza – ha affermato l’avvocato della difesa, Alberto Bellotti – ma non posso che ritenermi soddisfatto dell’esito del procedimento penale, che riconosce giusta dignità all’imputato”
Il tribunale collegiale di Imperia ha assolto, oggi, perché il fatto non sussiste: l’ex maresciallo della Guardia di Finanza, Diego De Vito, 46 anni, di Gioia del Colle (Bari), all’epoca in servizio al Centro di Cooperazione di Polizia e Dogana di ponte San Luigi, a Ventimiglia, accusato di tentata concussione per aver preteso da un piccolo imprenditore romeno, Mihai Daniel Major, di 31 anni, residente a Ventimiglia, di mostrargli (per motivi personali) il contenuto di un contratto di subappalto relativo ad una serie di lavori edili in corso in un cantiere di Roquebrune, in Francia.
"Attendiamo di conoscere le motivazioni della sentenza – ha affermato l’avvocato della difesa, Alberto Bellotti, all’uscita dal Palazzo di Giustizia – ma non posso che ritenermi soddisfatto dell’esito del procedimento penale, che riconosce giusta dignità ed onore all’imputato". Anche il pubblico ministero Roberto Cavallone ha chiesto l’assoluzione.
I FATTI
Davanti al Collegio avevano precedentemente deposto: Mihai Daniel Major ed Elena Codreanu. “Ti ricordi chi sono io? – gli avrebbe detto il sottufficiale della Finanza (difeso dall’avvocato Alberto Bellotti) -…. Non mi è difficile occuparmi direttamente di te e sistemarti. In Italia non ti faccio più lavorare perchè la tua ditta non è in regola e ti faccio i controlli per farti chiudere. Ti farò tante multe, che fallirai. Non andare più nel cantiere in Francia, perchè arrivo con la polizia e ti faccio arrestare, se divento cattivo faccio tutto ciò che voglio. Non ho paura di nessuno, ti sistemo io”.
Il militare, che ha agito fuori dai compiti di servizio, non avendo avuto alcuna mansione operativa, è stato sospeso. Già nel corso di una precedente udienza, era emerso che il romeno (parte lesa) vantava un credito col socio della ditta (Andrea Pollani), quando quest’ultimo non era ancora in società con De Vito. Andrea Pollani, secondo quanto emerso nel dibattimento, si sarebbe impegnato con alcuni operai romeni (tra cui Major) a sistemare la situazione debitoria, riassumendo tutti con la nuova società.
De Vito, tuttavia, si sarebbe opposto alla loro assunzione, perchè erano "al nero" e sarebbero nate le ostilità culminate con l’azione giudiziaria. Il pubblico ministero Maria Paola Marrali aveva chiesto l’audizione anche di Pollani, che sarà ascoltato oggi.