Tagli ai salari, lavoratori Inps in stato di agitazione, assemblee e manifestazioni il 2 e 4 ottobre

1 ottobre 2013 | 12:34
Share0
Tagli ai salari, lavoratori Inps in stato di agitazione, assemblee e manifestazioni il 2 e 4 ottobre

“Evidentemente, non si è ancora compreso che, solo mettendo al centro e valorizzando le professionalità dei lavoratori e la qualità dei servizi offerti dalle amministrazioni pubbliche, sarà possibile rilanciare lo sviluppo socio-economico del Paese”

Non c’è stato neppure il tempo di registrare la notizia secondo la quale si sarebbero determinate, a seguito dell’approvazione della 2^ nota di variazione al bilancio, le condizioni per scongiurare il rischio di un taglio al salario accessorio, che un nuovo
pesante attacco è stato sferrato nei confronti di tutti i lavoratori dell’Inps.
La Ragioneria Generale dello Stato ha infatti espresso parere negativo in ordine alle misure di riduzione della spesa individuate dall’Istituto con la citata 2^ nota. Ciò potrebbe comportare un taglio delle risorse destinabili, per effetto dell’art. 18 della legge n. 88/89, al finanziamento dei “progetti speciali”. Taglio che ammonterebbe ad oltre la metà delle risorse rivolte ad incentivare la produttività.

Da parte sua, l’Amministrazione dell’Inps ha già evidenziato che, ove l’incertezza rispetto alla piena disponibilità delle risorse dovesse permanere, sospenderà immediatamente l’erogazione degli incentivi.
Evidentemente, non si è ancora compreso che, solo mettendo al centro e valorizzando le professionalità dei lavoratori e la qualità dei servizi offerti dalle amministrazioni pubbliche, sarà possibile rilanciare lo sviluppo socio-economico del Paese.
Evidentemente non è bastato ai vari Esecutivi intervenire, a più riprese, per legge, affinché l’Inps riducesse in modo consistente il proprio personale; non è bastato procedere all’accorpamento degli Enti previdenziali, con il conseguente caos che si è scatenato sui servizi e sui lavoratori che li devono erogare; non è bastato prevedere circa 2500 pensionamenti per riassorbire il soprannumero da spending.
Si continua ad utilizzare l’INPS come un bancomat, sempre a disposizione per le casse del Governo. Infatti, la legge di stabilità 2013 ha completato l’opera, imponendo al nuovo Inps di conseguire, a partire dall’anno in corso, ulteriori 240 milioni di economie.
E niente è più facile che reperire queste risorse tagliando i fondi destinati alla contrattazione integrativa.
E’ stato vano insistere per una maggiore condivisione delle scelte da fare e delle voci di bilancio da tagliare al fine di realizzare veri risparmi strutturali senza intaccare il salario dei lavoratori.
E’ stato vano ogni tentativo di suggerire che il taglio fosse realizzato, ad es., attraverso la riduzione delle consulenze e una più oculata gestione del patrimonio.

“Non permetteremo nessun taglio alle retribuzioni in godimento e nessuna ulteriore riduzione delle risorse destinate all’erogazione dei servizi previdenziali” tuonano Salvatore Chiaramonte, Andrea Nardella, Enrico Ponti e Davide Velardi, segretari
nazionali di Fp‐Cgil, Cisl‐Fp, Uil‐Pa e Fialp‐Cisal. “Se c’è un taglio da fare è quello sulla spesa improduttiva e sulle risorse inutilizzate. E occorre una riorganizzazione dell’ente, come il sindacato chiede da tempo, occorre un vero piano di organizzazione, per l’impiego e la valorizzazione del personale, per la gestione del patrimonio, per l’innovazione e il miglioramento delle procedure e dei servizi”.

“Tagliare i finanziamenti ai progetti speciali è ingiusto e insensato” proseguono i segretari, “In primo luogo perché si penalizzerebbero, ad obiettivi raggiunti, lavoratori già sottoposti a blocco dei contratti“ In un momento difficile come questo, con
disoccupazione e cassa integrazione alle stelle, l’Inps non può essere utilizzato come il bancomat a cui ogni governo può attingere a piacimento”, sottolineano ancora i sindacalisti che stigmatizzano non solo la forte riduzione del personale, passato in un decennio da 40mila a 26mila unità, ma anche il continuo accanimento sui bilanci degli enti previdenziali, ultimo dei quali il taglio di 240 milioni di euro disposto dalla legge di stabilità.

Questo scempio va fermato! Il taglio generalizzato delle risorse economiche non soltanto produrrebbe inaccettabili penalizzazioni retributive, nonostante gli obiettivi produttivi annuali siano stati pressoché raggiunti e siano già trascorsi quattro anni di blocco dei rinnovi contrattuali, ma determinerebbe anche inevitabili ripercussioni sul livello dei servizi erogati. Tutto ciò quando, nel Paese, è invece forte il bisogno di stato sociale. I lavoratori dell’Inps non permetteranno questo scempio e spiegheranno a cittadini e imprese, lavoratori e pensionati come si stia tentando di mettere in ginocchio il sistema pubblico di sicurezza sociale del Paese.
Stante la gravità della situazione, le scriventi OO.SS., nel ribadire l’esigenza che venga evitato qualsiasi tipo di intervento penalizzante per i lavoratori, chiedono un urgentissimo incontro ai vertici Inps e proclamano, come prima iniziativa di
mobilitazione, lo stato di agitazione di tutti i lavoratori e di tutte le lavoratrici dell’ Inps.

Sia per la sede di Savona che per quella di Imperia sono previste Assemblee dei Lavoratori il giorno 2 ottobre c.a. e poi manifestazioni esterne, con presidi dei lavoratori davanti alle Sedi degli Istituti Previdenziali di Savona e  Imperia,  il giorno 4 ottobre dalle ore 10.00. In tale circostanza verranno distribuiti materiali informativi  sulla vertenza, che tocca un settore, quello della previdenza pubblica, molto delicato specialmente in questo periodo di crisi economica, per il sostegno alle famiglie che viene erogato appunto dall’Istituto.

Le Federazioni si attiveranno per adottare ulteriori forme di lotta a sostegno della vertenza.

FP CGIL
S. Chiaramonte
CISL FP
A. Nardella
UIL PA
E.M. Ponti
FIALP CISAL
D. Velardi