Salvatore Miceli: bracconiere o brav’uomo? Da una parte gira col fucile, dall’altra aiuta i bambini
Dopo la pubblicazione della notizia del suo arresto, c’è anche chi, spezzando una lancia a suo favore, ha voluto tenergli le parti, facendo notare che aiuta i bambini durante le gare pesca
Bracconiere o brav’uomo? Parliamo di Salvatore Miceli, l’operaio di origine italiana, di 56 anni, nato a Molochio (Reggio Calabria), ma residente nel Principato di Monaco, arrestato dai carabinieri della compagnia di Ventimiglia, che l’altra notte, lo hanno trovato in possesso di un fucile "Winchester" calibro 300, di fabbricazione cecoslovacca, modello "Tikkakoski M65". Interrogato dal gip Fabio Favalli, di Imperia, Miceli ha detto che stava cacciando in Francia e che è sconfinato per un errore. Ha così ottenuto i domiciliari. Ma il problema è un altro.
Dopo la pubblicazione della notizia del suo arresto, c’è anche chi, spezzando una lancia a suo favore, ha voluto tenergli le parti: “Ho conosciuto Salvatore alcuni anni fa, tramite la Fipsas, di Imperia – avverte un suo conoscente – e da allora ci frequentiamo, sia nelle gare di pesca, dove faccio il giudice e lui è sempre presente che nella vita privata, certamente non troppo spesso, visto che risiede a Monaco. Per quanto lo conosco, devo dire che è una brava persona e che spesso aiuta i bambini, durante le gare di pesca”. I fatti.
L’uomo è stato fermato, durante normali controlli, sulla Statale 20 della val Roja, intorno alle 4, tra i Comuni di Airole ed Olivetta, mentre si trovava a bordo di un fuoristrada Mitsubishi Pajero e i militari ritengono che si tratti di un bracconiere, visto sia il tipo di arma che il calibro delle cartucce e l’equipaggiamento. Il fucile era dotato di mirino di precisione e con sè l’uomo aveva anche un binocolo di fabbricazione tedesca. Deve rispondere di detenzione abusiva di arma clandestina. Quel fucile, infatti, non è catalogato in Italia. Oltre al fucile gli sono state sequestrate anche trenta cartucce.