L’episodio non è ascrivibile a gesti di bullismo, pertanto il ragazzo non è un “bullo”
La presidenza della scuola è intervenuta con tutti gli accertamenti necessari del caso senza ritenere di dover chiamare la polizia, nel rispetto dei diversi passaggi, ad iniziare innanzitutto da quello educativo prima che dell’ordine pubblico
Come docenti della Scuola Secondaria di Primo Grado "Dante Alighieri", desideriamo, per completezza di informazione, fornire alcune precisazioni in merito ai fatti descritti nei diversi articoli giornalistici usciti sui vari mezzi di informazione in queste ore, ritenendo che non giovi ad alcuno, ed in particolare ai nostri alunni, l’enfasi posta all’episodio di cui si parla.
Si tiene a ribadire che la scuola e gli insegnanti non desiderano affatto minimizzare l’evento e non si intendono assumere atteggiamenti di deresponsabilizzazione essendo il fatto avvenuto al di fuori dell’orario e dei locali scolastici, ma l’episodio in oggetto non è ascrivibile a gesti di bullismo, come riportato, pertanto il ragazzo non è e non può essere considerato un bullo.
Informiamo che la presidenza è intervenuta con tutti gli accertamenti necessari del caso senza ritenere di dover chiamare la polizia, nel rispetto dei diversi passaggi, ad iniziare innanzitutto da quello educativo prima che dell’ordine pubblico.
Siamo dispiaciuti del fatto che sia stato in qualche modo stigmatizzato un ragazzo, forse perchè straniero.
I genitori possono offrire la loro collaborazione, quando sostano davanti alla scuola, anche vigilando per evitare che i ragazzi, comunque dodici-tredicenni, compiano qualunque gesto contrario alle norme di convivenza civile, dal rispetto dei luoghi a quello delle persone, in una proficua e necessaria collaborazione tra scuola e famiglia.
Non sminuiamo quanto accaduto, ma sono fenomeni presenti nella complessità educativa della società e della scuola in particolare, e non è stata raggiunta una soglia tale da giustificare un simile allarme mediatico.
E a questo proposito vogliamo anche dire che la nostra è una realtà come tante, difficile come lo sono tutte le realtà periferiche e anche non (ricordiamo i pestaggi in Piazza Colombo), che necessitano attenzione anche da parte delle istituzioni, come ad esempio un maggior servizio di vigilanza, ad esempio con il ripristino del servizio dei nonni vigile e, magari, con qualche "visita" in più da parte della polizia urbana e delle forze dell’ordine, non nel cortile della Scuola, ma in tutto il quartiere.
Da anni la nostra scuola cerca di rispondere alle esigenze e alle trasformazioni del tessuto sociale e giovanile, rispetto ai temi di legalità, prevenzione di forme di disagio in genere.
Collaboriamo da tempo con la cooperativa "Ancora", che dallo scorso anno ha anche aperto il suo Centro Ricreativo "Baraonda", proprio nel quartiere accanto alla scuola, ed è frequentato da molti alunni, in un’importante sinergia tra scuola e territorio a servizio dei nostri ragazzi.
Con gli operatori dell’Ancora da tempo vengono offerti percorsi per classi parallele prime, seconde e terze, su temi specifici inerenti la crescita, i problemi dell’adolescenza, la creazione del gruppo classe, con tutte le dinamiche che si verificano all’inizio della scuola media, le relazioni amicali con l’osservazione e la prevenzione di eventuali comportamenti che possano degenerare in forme di bullismo o sopraffazione e che possono manifestarsi in ogni classe e in ogni luogo tra i giovani.
Il dottor Rombo, psicologo e psicoterapeuta dell’Ancora, da moltissimi anni interagisce con le nostre classi e i nostri alunni, anche attraverso l’ausilio di uno "sportello" o spazio di ascolto, molto utilizzato da alunni e anche, soprattutto negli ultimi anni, dai genitori. Questo perchè pensiamo che la scuola debba essere sostegno nel sempre più difficile compito educativo della famiglia.
Questi percorsi si snodano su più interventi e in tutto il ciclo scolastico per concludersi in terza media anche con incontri mirati sulle diverse dipendenze dei giovani, i comportamenti a rischio, e l’uso di sostanze.
Riteniamo infatti che la scuola debba accompagnare i ragazzi nel cammino di crescita in tutte le sue sfacettature.
Alle tematiche del disagio giovanile a cui continuiamo a dare attenzione non solo con esperti esterni, ma con il lavoro capillare fatto sulle classi dai docenti nell’attenzione quotidiana che viene data ai ragazzi e alle loro problematiche, si sono aggiunti negli anni gli incontri e i percorsi sull’educazione alla legalità con una collaborazione pluridecennale con l’Associazione "Libera" di don Ciotti e una proficua interazione con Magistrati e Avvocati del Foro di Sanremo e Imperia.
Non abbiamo la presunzione di pensare che tutto questo possa essere risolutivo nell’affrontare il difficile momento della preadolescenza, fascia d’età delicatissima con la quale "abbiamo scelto" di lavorare, e siamo anche consapevoli che sovente il contesto esterno non ci aiuta.
Ma per completezza di informazione è doveroso anche dire quel che la scuola cerca di fare, a fronte di problemi che, sappiamo vivono i nostri alunni, dentro e, "soprattutto fuori, il contesto scolastico".
Per la scuola
Prof.ssa Antonella Squillace
(Referente alla Salute)