Il ruolo del Sottoprefetto di Sanremo, Bodo, nella trattativa per la rettifica dei confini nel 1914

13 ottobre 2013 | 10:10
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Il ruolo del Sottoprefetto di Sanremo, Bodo, nella trattativa per la rettifica dei confini nel 1914

“Anche la questione delle frontiere delle Alpi Marittime rientrerà nel contenzioso italiano verso gli altri vincitori della guerra, insieme a
quell’altra ben più spinosa ad Oriente – vedi Fiume e la Dalmazia”

 "Veniamo ora alla soluzione mediana, prosegue il Sottoprefetto Bodo: con questa si incorporerebbe anche la parte superiore della Valle del Bevera, fiumicciattolo che ora scorre già in parte in territorio italiano e sbocca nel Roia, sopra Ventimiglia. Coll’includervi anche questo territorio, si verrebbe ad ottenere l’intero bacino del Roia, rendendo così i confini più naturali geograficamente. Per questa soluzione, soggiunge il Sottoprefetto, il confine dopo aver seguito quella precedente fino a Mille Fourches, anziché scendere decisamente a sud, dovrebbe piegare leggermente a ovest e toccare Cima de la Calmette, Cima de la Peira cava, Co S.Roch, Mont S.
Michel, Colle di Braus, Mont Farguet, Mont Avessan, Mont Ours, fondo valle del torrente Carrel, M. Raet, M. Buttetta, allacciandosi al confine attuale al Grammond. Resterebbero così inclusi oltre i Comuni di Fontan, Saorgio e Breglio, anche quelli di Sospello, Moulinet e Castiglione, con una superficie di mq. 22.500. Militarmente la linea difensiva sarebbe anche migliore di quella soluzione precedente. La terza soluzione possibile è quella, sottolinea il Sottoprefetto Bodo, è quella che che guadagnerebbe anche territori al mare, portando il confine a quello veramente geografico".

Secondo questa proposta, il confine seguendo il precedente fino a Monte Ours, dovrebbe continuare la cresta delle montagne per Fic de Baudon, Cima di Garigliano, Monte Angela, La Turbie, Te^t de chien, Cap d’Ail. Questo tracciato incorporerebbe, oltre i Comuni sopraindicati, anche quelli di S. Agnese, Castellaro (già allora in Francia, perché ceduti da Vittorio Emanuele II a Napoleone III, insieme a Nizza e Savoia, mentre Tenda, riserva di caccia del Re piemontese, sarà trattenuta all’Italia fino al 1947), con una superficie di mq. 28.339. E così l’Italia, sottolinea Bodo, riacquisterebbe quella specie di protettorato sul Principato di Monaco, cui non ha mai, a quanto mi si assicura, esplicitamente rinunciato – e così infatti era rimasto nei voti del neonato Regno d’Italia, dal 1961 in poi -.
Questa, fa presente lo stesso Bodo, sarebbe la soluzione migliore, inquantoché, oltre a dare i confini naturali, porterebbe paesi di gran reddito, e darebbe una linea di difesa veramente completa. Ma non bisogna dissimularsi – precisa nell’intelligente relazione l’Alto Funzionario – che la militarmente la Francia colla cessione dell’Aution,perderebbe la sua prima linea di difesa e la piazza forte di Nizza dovrebbe, come tale, scomparire. L’Italia, suggerisce Bodo, potrebbe in cambio facilmente accondiscendere alla rettifica della frontiera, a vantaggio della Francia, della zona montuosa che ora fa parte della Provincia di Cuneo, e che è al di qua del del Crinale delle Alpi Marittime, eliminando così le continue contestazioni che colà avvengono, di ordine specialmente fiscale, per i proprietari francesi che hanno proprietà in territorio italiano (analoghe proteste, però di parte italiana, avverranno nel secondo dopoguerra nelle zone di La Brigue e di Triora). Si potrebbero così cedere, conclude Bodo, le valli di Castiglione, Mollieres, Borecn, della Finestra o della Gordolesca. Tanto mi pregio riferire alla S.V. Ill.ma in obbedienza alla lettera segnata a margine (cioè alla nota 722 Gabinetto, della Prefettura di Porto Maurizio, avente appunto per oggetto "Rettificazione dei confini occidentali). Le considerazioni del Sottoprefetto di Sanremo furono recepite a livello centrale, ma la trattativa non sortì a gran ché, nonostante che l’Italia il 24 maggio 1915 entrasse in guerra contro l’Austria.Ungheria e con la Germania a fianco degli Alleati Occidentali.

Anche la questione delle frontiere delle Alpi Marittime rientrerà nel contenzioso italiano verso gli altri vincitori della guerra, insieme a
quell’altra ben più spinosa ad Oriente – vedi Fiume e la Dalmazia, che proprio in polemica con i delegati alla Conferenza di Sanremo del 1920 sollevò Gabriele D’Annunzio -. La delicata azione del Sottoprefetto Bodo resta, comunque, un capolavoro di fine conoscenza di una problematica che oggi, in seno alle comuni frontiere d’Europa, ci appare forse lontana dalla nostra sensibilità, ma che riveste pur sempre carattere di rilevante importanza storica. Fine.

Pierluigi Casalino