“Civitas, un mostro a tante teste”, attacco della Commissione all’ex sindaco Scullino

2 ottobre 2013 | 14:03
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“Civitas, un mostro a tante teste”, attacco della Commissione all’ex sindaco Scullino

“L’ex sindaco dice di aver lasciato in cassa i soldi per il ponte del Nervia, ma la verità è che ha lasciato un covo di illegalità: i numeri non si discutono, quindi basta dire bugie ai ventimigliesi”, ha dichiarato il commissario Pasquale Aversa

“Civitas è un mostro a tante teste, un mostro di illegalità, di compagni di merende, di soldi che spariscono. L’ex sindaco dice di aver lasciato in cassa i soldi per il ponte del Nervia, ma la verità è un’altra: i numeri non si discutono, quindi basta dire bugie ai ventimigliesi”.

Sono parole del commissario straordinario del Comune di Ventimiglia Pasquale Aversa, che critica duramente la passata amministrazione della città di confine, guidata dall’ex sindaco Gaetano Scullino negli anni (2009, 2010, 2011) in cui la società Civitas si è esposta per quasi 5 milioni di euro tra debiti con le banche (1.396.797,84 euro), sanzioni contestate dalla Agenzia delle Entrate per irregolarità contabili sul versamento di Ires, Irap, Iva e sulla gestione del personale, e  lavori non eseguiti (1.500.860,57 euro).

“Cosa dovremo fare? Diminuire i servizi?" – prosegue il commissario Pasquale Aversa –  "Chi ne risponde è il povero cittadino di Ventimiglia. Sui numeri, sui debiti, sulle tasse, non si scherza. Civitas è un covo di malaffare. L’ex sindaco abbia il coraggio di tacere”.

“Quando il 17 luglio abbiamo emesso la delibera da cui sono emersi i debiti di Civitas non si è alzata una voce, tranne un esponente politico" – fa notare Pasquale Aversa –  "mi chiedo se i cittadini di Ventimiglia abbiano capito. Probabilmente non hanno capito perché si continua a vendere fumo su un mostro che genera illegalità e debiti, questa – ripeto – è la definizione di Civitas".

“Nell’ambito del contenzioso che apriremo chiederemo che i responsabili che in quegli anni guidavano Civitas, rispondano nei tempi e nei modi previsti” – puntualizza il commissario Aversa –  "per fortuna l’ordinamento giuridico mette in campo una serie di azioni che prevedono che il cittadino possa rivolgersi alla Agenzia delle Entrate. Il nostro legale ci ha prospettato una serie di opzioni, la prima delle quali è l’acquiescienza, che consiste semplicemente nel pagare, poi l’accertamento con adesione, una strada già percorsa senza successo e infine il ricorso alla Commissione Tributaria, le cui tempistiche si prospettano lunghe. E’ poi prevista la possibilità di appello alle decisioni della Commissione Tributaria, ma nel frattempo il Comune dovrà comunque pagare una parte dell’importo contestato, la cui entità e i cui termini saranno stabiliti da un membro della stessa Commissione”-